lunedì 30 maggio 2011

lunedì 23 maggio 2011

Il mio intervento su "Il Centro"

Non c'è dubbio che la sentenza del TAR Abruzzo sul Programma Operativo firmato da Chiodi e Baraldi sia una doccia fredda per il governo regionale e per il governo nazionale.

Oggi il presidente della Giunta regionale si chiede e chiede a Roma quali siano i suoi poteri nonostante abbia avuto tutto il tempo per capire che quello che stava confezionando- su mandato di Tremonti - era un atto illegittimo.

Chiodi, commissario per la sanità, ha commesso l'errore fatale di dimenticare che Regione e Ministeri avevano già concordato nel 2007 come doveva essere ripianato il debito e ha trascurato il dato essenziale che quel piano (poi recepito nel 2008 dal Piano Sanitario Regionale) salvava i piccoli ospedali e, con essi, i conti della sanità. E' come dire che gli sprechi non erano causati da quelle strutture.

Il dato giuridico fondamentale da noi sempre sostenuto e oggi confortato dal pronunciamento del TAR è che il commissario, che è un organo amministrativo, non può violare una legge regionale (perchè il Piano Sanitario è una legge) e non può gravare le zone interne - magari già afflitte da altri problemi - del taglio della sanità ospedaliera.

Perchè questo Tremonti, Fazio, Massicci, Palumbo (questi ultimi tecnici del Ministero) Chiodi, Baraldi e Zavattaro non l'hanno capito?

Perchè, dopo l'ordinanza del Consiglio di Stato di gennaio, non hanno rivisto la loro azione?

Erano veramente convinti che bisognasse andare avanti ad oltranza?

Non so rispondere. So solo che, sfogliando la mia personale rassegna stampa, trovo la dichiarazione di Chiodi che, nella campagna elettorale che poi ha portato alla sua elezione, si impegnava a riconvertire i piccoli ospedali e quelle di Venturoni che, reduce dalla triste personale vicenda degli arresti domiciliari, rivolgeva il suo primo pensiero al taglio di quelle strutture.

Evidentemente, nonostante il grido di allarme lanciato verso Roma (Chiodi chiede a Tremonti cosa fare e qual è la sua identità), c'è una impostazione politica diversa (legittima ma non condivisa) che oggi, dopo che il TAR ci ha dato ragione, nessuno appoggia più, neanche la parte che dovrebbe sostenere il presidente in una fase così delicata e neanche chi, dopo avere lucrato sulla inadeguatezza delpiano del 2008, oggi ne parla come l'unica vbera soluzione al problema sanità.

A questo punto mi faccio un'altra domanda. Possibile che nessuno dei tecnici che ha elaborato il Programma Operativo si sia mai reso conto del fatto che quel provvedimento era illegittimo? Il quesito non è privo di senso se pensiamo che quelle persone hanno lavorato, alla luce dei fatti, inutilmente e, soprattutto, hanno prodotto danni in alcuni casi irreparabili (pensiamo agli ospedali già disattivati: cosa succederà adesso?).

Altra domanda. Possibile che i cittadini per vedersi riconoscere un diritto fondamentale ed elementare si devono rivolgere alla Magistratura quando, invece, dovrebbe essere "la politica" a fare le scelte nell'interesse di tutti?

Concludo con un ultimo quesito e mi permetto di dare un suggerimento.

Che si fa ora? In molti invocano un nuovo Piano di Rientro e un nuovo Piano Sanitario Regionale. Io credo che vadano bene quelli che ci sono e che chi ha le responsabilità non deve fare altro che darvi piena attuazione. O dovremo riprendere la litania delle diffide e degli esposti in Procura?

Nè si può pensare che il Governo possa aggiustare anche questo problema con una sanatoria. Martedì Tremonti incontrerà i commissari delle 5 regioni in deficit convocati su richiasta di Chiodi dopo il "caso Guardiagrele". Magari potrebbe tirar fuori dal cilindro una sorta di condono decretando, ad esempio, che i commissari possono derogare ai Piani Sanitari Regionali o sospendere le leggi regionali.

Tutto ciò sarebbe - ma questo nessuno lo pensa - uno schiaffo a quelle centinaia di persone (soprattutto anziane), che, negli ultimi mesi, hanno trovato posto all'ospedale di Guardiagrele e che avrebbero dovuto cercare altrove assistenza senza la certezza di trovarla. Sarebbe un oltraggio a chi lavora, al limite del collasso, in quella struttura che, nonostante tutto, riesce ad offrire un servizio di qualità. E sarebbe l'ennesimo sgarbo alla Costituzione.

Per ora voglio godere, insieme a loro e ai guardiesi, di questa vittoria che ha riconsegnato ad una intera comunità la speranza nel futuro.

venerdì 20 maggio 2011

mercoledì 18 maggio 2011

L'ospedale resta aperto. Il TAR ci ha dato ragione

Il TAR ha accolto uno dei nostri ricorsi.

Abbiamo avuto ragione su tutta la linea.

Una sentenza ben articolata che muove dalla spinta della decisione di gennaio del Consiglio di Stato.

Il TAR ha detto che il Programma Operativo non poteva contrastare con il Piano Sanitario approvato nel 2008 con una legge regionale.

Il Piano, quindi, è stato annullato nella parte che riguarda l'ospedale di Guardiagrele.

La politica del centrodestra che voleva affondare la sanità delle zone interne è finita sotto un treno, un treno del quale siamo stati la locomotiva sin dal primo momento.

Questa vittoria ci rende felici, felici di avere fatto il "bene comune" perchè l'ospedale resta aperto per tutta la comunità!