lunedì 31 gennaio 2011

domenica 30 gennaio 2011

I problemi della sanità: personale, privato, trasparenza...

Nell'incontro di questa mattina al cinema Garden di Guardiagrele il gruppo di centrosinistra ha aggiornato la cittadinanza sugli sviluppi della propria azione intrapresa a difesa dell'ospedale di Guardiagrele.

L'obiettivo che il gruppo si pone è quello di fare in modo che la sospensione del programma operativo ottenuta il 14 gennaio dopo il ricorso al Consiglio di Stato non resti senza nessun effetto.

E' infatti probabile che sia la regione sia la ASL restino in attesa della decisione sul merito che dovrà esserci a fine marzo. Ma la situazione non può restare ferma per altri 60 giorni anche perchè la decisione definitiva non sarà sicuramente quella del TAR dal momento che chi, tra i contentendti non si riterrà soddisfatto, certamente tornerà davanti al Consiglio di Stato.

Certo è che l'atto che oggi ha pieno vigore dal punto di vista giuridico è la programmazione del 2008, conforme al Piano Sanitario Regionale adottato con una legge che era stata addirittura validata dal Tavolo di monitoraggio con i Ministeri e che neanche Chiodi aveva sospeso quando aveva adottato il Programma Operativo.

Ciò significa che, a tutela della salute di oltre 40000 cittadini del nostro comprensorio, la direzione aziendale farebbe bene (e, anzi, dovrebbe) lavorare proprio sulla soluzione dell'atto aziendale adottato prima della fusione delle due aziende e non può certo attenersi nè al Programa che oggi è sospeso nè alle direttive impartite dala regione sulla base di un atto che il Consiglio di Stato ha praticamente annullato.

E' singolare che nessuno si chieda come superare questa fase senza fare ciò che il Consiglio di Stato ha detto e, cioè, rivedere i programmi alla luce delle osservazioni che noi abbiamo portato all'attenzione del massimo grado della giustizia amministrativa.

IL quadro si complica se si tiene conto di altri due aspetti.

Il primo è l'importantissima partita sul personale. La respirazione "bocca a boca" con la quale stiamo salvando il SS. Immacolata rischia, infatti, di rivelarsi inutile se non si fa una politica del personale seria. Basterebbe, innanzitutto, distribuire meglio medici e infermieri.

Sono davvero tutti necessari i medici e i chirurghi che operano, ad esempio, a Ortona? Non sarebbe meglio lavorare secondo una logica di sistema come la precedente programmazione aveva fatto salvando tutti i piccoli ospedali? O, piuttosto, vi è davvero una scelta politica che sta creando artatamente i presupposti per dire, magari nel prossimo Programma Operativo, che siccome a Guardiagrele non si fa niente, vuol dire che non serve?

E, poi, bisognerebbe stabilizzare tutto il personale precario visto che la trasformazione dei posti da tempo determinato a tempo indeterminato non provocherebbe nessun aumento di spesa. O, almeno, si segua l'esempio della Polverini che, grazie ad accordi sindacali regionali, ha almeno garantito il prolungamento dei contratti in essere per altri due anni.

Il secondo aspetto è quello relativo alla partita del privato sulla quale non si ancora detto abbastanza.

Nel nostro ricorso - e, cioè, sin dallo scorso settembre - avevamo messo in evidenza che, ad esempio in tema di tasso di occupazione, il Programma Operativo faceva due pesi e due misure salvando il privato e affossando il pubblico.

Come si vede i fronti sono ancora tutti aperti.

Sarebbe più facile portare avanti la battaglia se, almeno, fosse più semplice accedere ai documenti. In Abruzzo non è possibile avere conoscenza in tempo reale di tutte le delibere commissariali, come, ad esempio, avviene in Molise.

Sarebbe, poi, bello che ci si rendesse conto che la nostra non è una battaglia di campanile.

Grazie al comitato nazionale "Articolo 32" che lanciammo ad ottobre, abbiamo fatto conoscere i nostri risultati anche in altre regioni. Siamo stati contattati dalla Calabria e dal Lazio e proprio ieri abbiamo partecipato ad un incontro pubblico ad Agnone per riferire della nostra esperienza e sostenere una analoga iniziativa.

giovedì 27 gennaio 2011

27 gennaio: giorno della memoria

Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case

Voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d'inverno.

Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per la via,

Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi

martedì 18 gennaio 2011

Consiglio di Stato: Piano Operativo da rifare

"Il Consiglio di Stato (sezione V),
...
Visto l'art. 62 cod. proc. amm;

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

Visti tutti gli atti della causa;

Visti gli atti di costituzione in giudizio del Commissario ad acta, della Regione Abruzzo e dell’Azienda Sanitaria Locale N. 2 di Lanciano, Vasto, Chieti;

Vista la domanda di sospensione dell'esecuzione dell'ordinanza del Tribunale amministrativo regionale, presentata dalla parte ricorrente;

Viste le memorie difensive;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 14 gennaio 2011 il Cons. Carlo Saltelli e uditi per le parti gli avvocati Dal Pozzo, Referza, Russo Valentini e l’avvocato dello Stato Luca Ventrella;

Ritenuto che all’esame proprio della fase cautelare non sembrano del tutto sfornite di fondamento le perplessità sollevate dagli appellanti nei confronti degli atti di chiusura dell’Ospedale di Guardiagrele in ordine alla mancata o insufficiente considerazione, quanto alla sufficienza ed all’adeguatezza delle misure alternative predisposte (con riferimento soprattutto ai presidi attivabili ed al Punto di Pronto Intervento H24), della particolare conformazione del territorio, dei comuni afferenti al bacino di utenza della struttura ospedaliera, della effettiva rapida raggiungibilità degli ospedali vicini soprattutto nel periodo invernale nonché della popolazione residente nel bacino territoriale dell’Ospedale di Guardiagrele, formata per la maggior parte da soggetti ultrasessantacinquenni;

Considerato che i contrapposti interessi in gioco possono essere opportunamente contemperati ordinando il riesame degli atti impugnati alla luce dei motivi di censura sollevati, con particolare riguardo a quelli attinenti al prospettato difetto di istruttoria;

P.Q.M.

Accoglie l'appello (Ricorso numero: 10310/2010) e, per l'effetto, in riforma dell'ordinanza impugnata, accoglie l'istanza cautelare in primo grado ai fini del riesame, nei sensi e nei limiti indicati in motivazione.

Spese compensate.

La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria della Sezione che provvederà a darne comunicazione alle parti.

Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 14 gennaio 2011 con l'intervento dei magistrati:

Stefano Baccarini, Presidente

Carlo Saltelli, Consigliere, Estensore

Adolfo Metro, Consigliere

Francesca Quadri, Consigliere

Doris Durante, Consigliere


Questo il testo dell'ordinanza n. 118/2010 del Consiglio di Stato che si è pronunciato sull'appello promosso dal gruppo "Guardiagrele il bene in comune" con il supporto del TdM di Guardiagrele contro l'ordinanza con la quale all'inizio di dicembre il TAR aveva rigettato la sospensiva.

"La portata di questa ordinanza del Consiglio di Stato appare dirompente perchè mina alle fondamenta il disegno della regione Abruzzo che si era illusa di ridisegnare la rete ospedaliera liquidando la questione in due parole e, soprattutto, lasciando interi territori sforniti di ogni presisio assistenziale e sanitario efficace e realmente rispondente ai bisogni.

A differenza del provvedimento del TAR di qualche giorno fa, che sostanzialmente approvava il disegno Chiodi-Baraldi di costituire il Presidio di Assistenza in sostituzione dell'ospedale rinviando la chiusura alla piena attuazione del Piano Operativo, il supremo Giudice amministrativo ha chiarito che il Piano è tutto da rifare.

Sollevando il problema della carenza assoluta di istruttoria, il Consiglio di Stato chiarisce, poi, che il Piano Operativo è illegittimo e che, quindi, le delibere commissariali vanno completamente riesaminate.

Insomma, tutto resta fermo finche non ci sarà un nuovo Piano che tenga conto dei rilievi, tutt'altro che superficiali, sollevati, sulla base dei nostri motivi d'appello, dal Consiglio di Stato.

Dal provvedimento, poi, viene un messaggio che sconfessa per la seconda volta la posizione di chi ritiene che i piccoli ospedali sino pericolosi o inutili. L'ordinanza di ieri ci dice, invece, che sono indispensabili perchè non si può non tener conto della realtà delle zone interne.

Quando si dubita della adeguatezza e della efficacia delle misure alternative predisposte (compreso, quindi, il Punto di Primo Intervento che, come disegnato dalla nuova delibera 81, doveva essere la soluzione definitiva ad ogni problema), si va in profondità e si censura l'operato della regione e del commissario proprio nel nucleo fondante del Piano Operativo e della nuova geografia della rete ospedaliera.

Questa volta la soddisfazione è piena e chi si sentiva appagato dal provvedimento del TAR, farebbe bene a fare una seria e approfondita riflessione".

mercoledì 12 gennaio 2011

Oggi discussione al TAR

Oggi al TAR si discute la sospensiva sul nostro ricorso (oltre che di quello del comune di Guardiagrele e del comune di Casoli), dopo che un mese fa il presidente con un decreto urgente aveva sospeso le delibere commissariali limitatamente alla funzionalità del pronto soccorso.

Il nostro gruppo non recederà di un millimetro dalla sua posizione che è stata e sarà quella della difesa dell'ospedale di Guardiagrele con tutti i servizi e, soprattutto, con i reparti per acuti.

La ASL, la Regione e il Commissario hanno prodotto un documento che, a loro dire, costituirebbe la tutela della salute del nostro territorio e la soluzione definitiva alla questione della gestione delle emergenze.

In realtà, la delibera 81 2010 del Commissario, adottata il 29 dicembre scorso, dice che il Punto di Primo Intervento (che dovrebbe sostituire il Pronto Soccorso) è aperto tutto il giorno, ma nulla dice sui servizi annessi e sul fatto che è necessaria tutta la dotazione di posti letto e di diagnostica che possa davvero garantire, come il commissario ritiene, la sicurezza dell'intera area pedemontana.E' un atto spacciato come precisazione ma che, in realtà, crea ulteriore confusione e, soprattutto, non fa chiarezza sul funzionamento reale della rete di emergenza.

Il TAR discuterà anche il nostro ricorso per il quale abbiamo ottenuto lo stesso decreto che ha ottenuto il comune di Guardiagrele. Di questo non abbiamo parlato molto per non creare troppa confusione nella selva degli atti giudiziari e, soprattutto, perchè avevamo già ottenuto il fondamentale decreto del Consiglio di Stato che salvava l'intero ospedale e non il solo pronto soccorso.

Ecco perchè noi chiederemo ai giudici amministrativi aquilani di ampliare la portata del decreto concesso un mese fa fino a ricomprendere la salvarguardia dell'intero presidio con i suoi servizi (oggi, per altro, pesantemente penalizzati anche a causa della mancanza di personale o di strani spostamenti) e, soprattutto, con i reparti di degenza per acuti che hanno funzionato a pieno regime anche dopo il 15 dicembre.

Visto quello che sta accadendo - il paradosso per cui funziona ciò che doveva sparire e si azzera quel che doveva essere potenziato - siamo pronti anche ad agire per l'ottemperanza dei provvedimento che comunque sarà concesso dal momento che non è possibile che si giochi sulla salute dei cittadini a colpi di delibere, ignorando la situazione reale del territorio e, soprattutto, vedendo in chi rappresenta il territorio, sia pure come opposizione, un avversario da eliminare.

Non dimentichiamo, poi, che venerdì in Consiglio di Stato si discuterà del decreto che il 13 dicembre, sul nostro appello nel "ricorso bis", aveva bloccato tutto salvando l'ospedale. In quella sede, data la portata assorbente del provvedimento dei giudici romani, ne chiederemo la conferma.

Se così sarà - come ci auguriamo - e se il TAR domani dovesse limitarsi, ancora una volta, a salvare il solo pronto soccorso, non è esclusa una ulteriore impugnativa al Consiglio di Stato, impugnativa che, a quel punto, avrebbe un esito scontato.

La battaglia del nostro gruppo è una battaglia di legalità che va oltre lo schieramento politico perchè davvero si pone come obiettivo il bene comune; i risultati che abbiamo sin qui ottenuto non sono il vantaggio di una sola parte (sebbene noi lo rivendichiamo in maniera forte), ma una conquista che giova a tutti indistintamente, a partire - sembrerà strano - dal nostro avversario politico.

Chi, infatti, si è seduto al tavolo prefettizio il 16 dicembre dopo che il Consiglio di Stato aveva bloccato il disegno della regione?

sabato 8 gennaio 2011

venerdì 7 gennaio 2011

martedì 4 gennaio 2011

domenica 2 gennaio 2011