mercoledì 12 gennaio 2011

Oggi discussione al TAR

Oggi al TAR si discute la sospensiva sul nostro ricorso (oltre che di quello del comune di Guardiagrele e del comune di Casoli), dopo che un mese fa il presidente con un decreto urgente aveva sospeso le delibere commissariali limitatamente alla funzionalità del pronto soccorso.

Il nostro gruppo non recederà di un millimetro dalla sua posizione che è stata e sarà quella della difesa dell'ospedale di Guardiagrele con tutti i servizi e, soprattutto, con i reparti per acuti.

La ASL, la Regione e il Commissario hanno prodotto un documento che, a loro dire, costituirebbe la tutela della salute del nostro territorio e la soluzione definitiva alla questione della gestione delle emergenze.

In realtà, la delibera 81 2010 del Commissario, adottata il 29 dicembre scorso, dice che il Punto di Primo Intervento (che dovrebbe sostituire il Pronto Soccorso) è aperto tutto il giorno, ma nulla dice sui servizi annessi e sul fatto che è necessaria tutta la dotazione di posti letto e di diagnostica che possa davvero garantire, come il commissario ritiene, la sicurezza dell'intera area pedemontana.E' un atto spacciato come precisazione ma che, in realtà, crea ulteriore confusione e, soprattutto, non fa chiarezza sul funzionamento reale della rete di emergenza.

Il TAR discuterà anche il nostro ricorso per il quale abbiamo ottenuto lo stesso decreto che ha ottenuto il comune di Guardiagrele. Di questo non abbiamo parlato molto per non creare troppa confusione nella selva degli atti giudiziari e, soprattutto, perchè avevamo già ottenuto il fondamentale decreto del Consiglio di Stato che salvava l'intero ospedale e non il solo pronto soccorso.

Ecco perchè noi chiederemo ai giudici amministrativi aquilani di ampliare la portata del decreto concesso un mese fa fino a ricomprendere la salvarguardia dell'intero presidio con i suoi servizi (oggi, per altro, pesantemente penalizzati anche a causa della mancanza di personale o di strani spostamenti) e, soprattutto, con i reparti di degenza per acuti che hanno funzionato a pieno regime anche dopo il 15 dicembre.

Visto quello che sta accadendo - il paradosso per cui funziona ciò che doveva sparire e si azzera quel che doveva essere potenziato - siamo pronti anche ad agire per l'ottemperanza dei provvedimento che comunque sarà concesso dal momento che non è possibile che si giochi sulla salute dei cittadini a colpi di delibere, ignorando la situazione reale del territorio e, soprattutto, vedendo in chi rappresenta il territorio, sia pure come opposizione, un avversario da eliminare.

Non dimentichiamo, poi, che venerdì in Consiglio di Stato si discuterà del decreto che il 13 dicembre, sul nostro appello nel "ricorso bis", aveva bloccato tutto salvando l'ospedale. In quella sede, data la portata assorbente del provvedimento dei giudici romani, ne chiederemo la conferma.

Se così sarà - come ci auguriamo - e se il TAR domani dovesse limitarsi, ancora una volta, a salvare il solo pronto soccorso, non è esclusa una ulteriore impugnativa al Consiglio di Stato, impugnativa che, a quel punto, avrebbe un esito scontato.

La battaglia del nostro gruppo è una battaglia di legalità che va oltre lo schieramento politico perchè davvero si pone come obiettivo il bene comune; i risultati che abbiamo sin qui ottenuto non sono il vantaggio di una sola parte (sebbene noi lo rivendichiamo in maniera forte), ma una conquista che giova a tutti indistintamente, a partire - sembrerà strano - dal nostro avversario politico.

Chi, infatti, si è seduto al tavolo prefettizio il 16 dicembre dopo che il Consiglio di Stato aveva bloccato il disegno della regione?

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