martedì 18 gennaio 2011

Consiglio di Stato: Piano Operativo da rifare

"Il Consiglio di Stato (sezione V),
...
Visto l'art. 62 cod. proc. amm;

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

Visti tutti gli atti della causa;

Visti gli atti di costituzione in giudizio del Commissario ad acta, della Regione Abruzzo e dell’Azienda Sanitaria Locale N. 2 di Lanciano, Vasto, Chieti;

Vista la domanda di sospensione dell'esecuzione dell'ordinanza del Tribunale amministrativo regionale, presentata dalla parte ricorrente;

Viste le memorie difensive;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 14 gennaio 2011 il Cons. Carlo Saltelli e uditi per le parti gli avvocati Dal Pozzo, Referza, Russo Valentini e l’avvocato dello Stato Luca Ventrella;

Ritenuto che all’esame proprio della fase cautelare non sembrano del tutto sfornite di fondamento le perplessità sollevate dagli appellanti nei confronti degli atti di chiusura dell’Ospedale di Guardiagrele in ordine alla mancata o insufficiente considerazione, quanto alla sufficienza ed all’adeguatezza delle misure alternative predisposte (con riferimento soprattutto ai presidi attivabili ed al Punto di Pronto Intervento H24), della particolare conformazione del territorio, dei comuni afferenti al bacino di utenza della struttura ospedaliera, della effettiva rapida raggiungibilità degli ospedali vicini soprattutto nel periodo invernale nonché della popolazione residente nel bacino territoriale dell’Ospedale di Guardiagrele, formata per la maggior parte da soggetti ultrasessantacinquenni;

Considerato che i contrapposti interessi in gioco possono essere opportunamente contemperati ordinando il riesame degli atti impugnati alla luce dei motivi di censura sollevati, con particolare riguardo a quelli attinenti al prospettato difetto di istruttoria;

P.Q.M.

Accoglie l'appello (Ricorso numero: 10310/2010) e, per l'effetto, in riforma dell'ordinanza impugnata, accoglie l'istanza cautelare in primo grado ai fini del riesame, nei sensi e nei limiti indicati in motivazione.

Spese compensate.

La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria della Sezione che provvederà a darne comunicazione alle parti.

Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 14 gennaio 2011 con l'intervento dei magistrati:

Stefano Baccarini, Presidente

Carlo Saltelli, Consigliere, Estensore

Adolfo Metro, Consigliere

Francesca Quadri, Consigliere

Doris Durante, Consigliere


Questo il testo dell'ordinanza n. 118/2010 del Consiglio di Stato che si è pronunciato sull'appello promosso dal gruppo "Guardiagrele il bene in comune" con il supporto del TdM di Guardiagrele contro l'ordinanza con la quale all'inizio di dicembre il TAR aveva rigettato la sospensiva.

"La portata di questa ordinanza del Consiglio di Stato appare dirompente perchè mina alle fondamenta il disegno della regione Abruzzo che si era illusa di ridisegnare la rete ospedaliera liquidando la questione in due parole e, soprattutto, lasciando interi territori sforniti di ogni presisio assistenziale e sanitario efficace e realmente rispondente ai bisogni.

A differenza del provvedimento del TAR di qualche giorno fa, che sostanzialmente approvava il disegno Chiodi-Baraldi di costituire il Presidio di Assistenza in sostituzione dell'ospedale rinviando la chiusura alla piena attuazione del Piano Operativo, il supremo Giudice amministrativo ha chiarito che il Piano è tutto da rifare.

Sollevando il problema della carenza assoluta di istruttoria, il Consiglio di Stato chiarisce, poi, che il Piano Operativo è illegittimo e che, quindi, le delibere commissariali vanno completamente riesaminate.

Insomma, tutto resta fermo finche non ci sarà un nuovo Piano che tenga conto dei rilievi, tutt'altro che superficiali, sollevati, sulla base dei nostri motivi d'appello, dal Consiglio di Stato.

Dal provvedimento, poi, viene un messaggio che sconfessa per la seconda volta la posizione di chi ritiene che i piccoli ospedali sino pericolosi o inutili. L'ordinanza di ieri ci dice, invece, che sono indispensabili perchè non si può non tener conto della realtà delle zone interne.

Quando si dubita della adeguatezza e della efficacia delle misure alternative predisposte (compreso, quindi, il Punto di Primo Intervento che, come disegnato dalla nuova delibera 81, doveva essere la soluzione definitiva ad ogni problema), si va in profondità e si censura l'operato della regione e del commissario proprio nel nucleo fondante del Piano Operativo e della nuova geografia della rete ospedaliera.

Questa volta la soddisfazione è piena e chi si sentiva appagato dal provvedimento del TAR, farebbe bene a fare una seria e approfondita riflessione".

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