martedì 30 novembre 2010

Il giorno del giudizio!/2

Domani 1 dicembre sarà il giorno della verità, nel quale la politica cederà il passo alla giustizia.

Il Programma Operativo firmato da Chiodi e Baraldi, dunque, passa ancora una volta al vaglio del TAR de L'Aquila.

Dopo il rigetto delle richieste di sospensiva sollevate nei mesi scorsi, il ricorso presentato dal gruppo consiliare di opposizione al comune di Guardiagrele diventa la leva che potrebbe scardinare o, comunque, compromettere gravemente un disegno politico scritto tra Roma e L'Abruzzo.

Al Tribunale amministrativo regionale è rimessa la decisione che potrebbe segnare la svolta nella sanità abruzzese.

Se la sospensiva sarà accolta, vuol dire che ci sarà ancora una speranza per la sanità pubblica in Abruzzo; se sarà rigettata, vorrà dire che interi territori, già depredati di tutto (della scuola e dei trasporti, ad esempio) resteranno privi anche della tutela del diritto alla salute che ancora gli era riconosciuto.

Tecnicamente la situazione di Guardiagrele è diversa da quella di Casoli, Gissi, Pescina e Tagliacozzo. A differenza delle strutture di questi comuni, che erano già disattivate al momento della presentazione dei ricorsi, l'ospedale di Guardiagrele è ancora operativo.

Qualche giorno fa c'è stata la conferma che si attende l'esito di questo giudizio prima di emettere atti formali che diano attuazione alla delibera n. 45 del commissario Chiodi, come ha confermato la direzione sanitaria della ASL di Chieti.

Ecco perchè in questo caso il TAR non potrà dire che il danno si è consumato ed è questo il motivo per il quale tutti guardano con attenzione e trepidazione a questa decisione.

La responsabilità che grava sulle spalle del collegio aquilano è una responsabilità seria dalla quale dipendono le sorti di interi territori, di non meno di 40000 cittadini residenti nell'area che fa riferimento al "SS. Immacolata" di Guardiagrele.

Questo poteva essere il momento della condivisione e della difesa corale di un diritto da parte di una intera città, ma c'è stata una parte, quella che sostiene l'amministrazione comunale e lo stesso Chiodi, che ha preferito tergiversare, ritardare, trattare segretamente, protestare all'apparenza e condividere nella sostanza una logica che noi abbiamo sempre e convintamente rigettato.

Siamo stati i primi in Abruzzo a parlare della necessità di impugnare il Programma Operativo. Lo facemmo pubblicamente in piazza lo scorso 22 agosto, a poco più di una settimana dalla disattivazione dei primi ospedali.

Abbiamo lanciato per primi una diffida che in pochi, per la verità, hanno condiviso.

Siamo scesi in piazza tre volte negli ultimi due mesi per condividere con i cittadini tutti i nostri passi.

La scorsa settimana abbiamo incontrato il Prefetto di Chieti al quale abbiamo illustrato la gravità e la serietà della situazione.

Abbiamo raccolto nelle strade e nelle piazze la preoccupazione di tanta gente che teme per il suo futuro e che ha riposto nella nostra iniziativa giudiziaria le proprie speranze che sono soprattutto quelle dei nuovi poveri, quelli che non hanno famiglia, che non hanno assistenza, che vedono compromessa la possibilità di avere il sostegno necessario nel momento del bisogno.

Ci siamo fatti carico, nel silenzio della politica locale, di un vuoto e di un silenzio che non hanno pari. Abbiamo assunto sulle nostre spalle una iniziativa che, se non fosse stata presa, oggi ci vedrebbe di fronte a decisioni definitive.

Se non avessimo dato inizio a questa azione giudiziaria la Direzione Generale avrebbe già messo nero su bianco le sue determinazioni. E lo avrebbe fatto senza nessuna difficoltà perchè nessuna difficoltà ha avuto, ad esempio, a dire che il piano operativo non produce risparmio.

Oggi sentiamo il peso di questa enorme responsabilità, ma abbiamo la serenità di avere fatto molto di più di quello che a noi si poteva chiedere.

Chi amministra Guardiagrele ha preferito percorrere altre strade, ha denunciato e denuncia la mancata consultazione dei sindaci e, poi, ha trattato con Chiodi e Baraldi per avere poco più di niente; ha difeso e difende una sanità del territorio che nulla garantisce ai cittadini.

Ad una sola delle cose che ha detto l'amministrazione noi crediamo: quando dice che un PTA non basta.

E' vero! Non le basta, non basta a Salvi un PTA perchè si vogliono anche una RSA, un centro Alzheimer, un ospedale di Comunità e questo mentre sono gravemente compromessi, già da oggi, anche i servizi della diagnostica.

Due medici lasceranno la Rediologia entro un mese e già da tempo è sospeso un progetto sperimentale per la ricerca del tumore al seno. Cosa ha fatto l'amministrazione?

E dove sono i capipopolo che hanno carpito la buona fede e i timori della gente per farsi campagna elettorale?

Li avete più sentiti Tavani, Micucci, Di Stefano, Febbo, Montepara...Cosa hanno da dichiarare su questa pagina nera della sanità pubblica scritta dai personaggi che hanno contribuito ad eleggere?

E i cittadini guardiesi che hanno dato fiducia a chi aveva promesso che l'ospedale non sarebbe mai stato chiuso hanno finalmente capito che questa farsa è finita?

Il nostro ricorso, come dicemmo in agosto, non guarda, però, solo a Guardiagrele perchè è certo che se il TAR darà uno stop questo sarà per tutti; significherà che vi è ancora chi ha il coraggio di stabilire che un sistema sanitario non può essere il frutto di una trattativa fatta tra pochi tecnici su un tavolo romano; significherà che c'è ancora spazio per rivedere scelte illegittime e immotivate che dalla sera al mattino hanno smantellato un sistema di sanità pubblica che aveva già subito pesanti tagli e che aveva superato anche il vaglio della compatibilità economica perchè frutto di un severo piano di rientro; significherà che l'intera regione, grazie all'iniziativa di cinque consiglieri di opposizione di un comune di 10000 abitanti, avrà ancora una speranza da coltivare.

Il giorno del giudizio!


domenica 28 novembre 2010

sabato 27 novembre 2010

Altro che smentita!


Questa è la nota della Direzione sanitaria aziendale delal ASL di Chieti che, secondo l'Amministrazione, smentirebbe l'esistenza di un atto che stabilisce la chiusura dell'ospedale di Guardiagrele il prossimo 15 dicembre.


Effettivamente è così. Il problema è che nessuno aveva mai parlato di un documento già scritto e di una decisione già presa poichè si è detto che la ASL attende l'esito della discussione del nostro ricorso (il prossimo 1° dicembre) per decidere e, quindi, non c'era niente da smentire.


Piuttosto in quella lettera della ASL si conferma che si procederà a dare attuazione alla delibera commissariale n° 45 che è quella che stabilsce che il nostro ospedale sarà sostituito da un Presidio Territoriale di Assistenza.


Questo dovrebbe far preoccupare un po' tutti! Altro che smentita!


P.S. La direzione sanitaria, confermando che eseguirà la delibera che decide la disattivazione dell'ospedale, dice - sia pure implicitamente - che il PTA non avrà neanche gli accessori (RSA. ospedale di comunità, centro Alzheimer...) che, secondo l'amministrazione, sono in grado di soddisfare le esigenze di salute del territorio.


Non prendiamoci in giro, per favore!

venerdì 26 novembre 2010

mercoledì 24 novembre 2010

Il 15 dicembre...

Il Prefetto ci riceverà tra un'ora

Questi gli argomeni il gruppo consiliare "Guardiagrele il bene in comune" rappresenterà al prefetto nell'incontro che fa seguito alla richiesta inoltrata ieri.

1. Con le delibere 44 e 45 del 2010 il Commissario per il rientro dai disavanzi sanitari ha approvato il Piano Operativo 2010 che prevede la disattivazione di cinque piccoli ospedali. Quelli di Casoli, Gissi, Pescina e Tagliacozzo sono già chiusi.

2. Per il 31 dicembre 2010 è prevista la chiusura dell’Ospedale “SS. Immacolata” di Guardiagrele. Con la disattivazione è prevista la sostituzione dell’Ospedale con un Presidio Territoriale di Assistenza (PTA)

(doc. 1 – scheda del Piano Operativo relativa all’ospedale di Guardiagrele)

(doc. 2 – descrizione del PTA)

3. Il gruppo consiliare “Guardiagrele il bene in comune” ha diffidato le Autorità sanitarie (regionali e locali) dall’adottare o avallare decisioni che determinano la chiusura dell’Ospedale

(doc. 3 – diffida del 19.8.2010)

4. Il gruppo consiliare ha promosso due ricorsi davanti al TAR contro le delibere commissariali denunciando le seguenti violazioni di legge:

- il Commissario ha abusato del suo potere perché è stato nominato solo per dare attuazione al piano di rientro;

- il Piano Operativo contiene previsioni contrastanti con il Piano di Rientro (approvato con delibera G.R. 224/2007 e completamente “versato” nel Piano Sanitario Regionale – LL.RR. 20/2006 – 6/2007 e 5/2008)

- Il Piano Operativo, infatti, in base alla Legge (articolo2, comma 88 della L. 191/2009) deve dare attuazione al Piano di Rientro;

- Il Piano Operativo, nel momento in cui stabilisce fin nel dettaglio la geografia della rete sanitaria regionale (stabilendo quali ospedali chiudono) ha violato le prerogative della Regione Abruzzo che è l’organo che con legge ordinaria può e deve procedere alla programmazione sanitaria e a disegnare la rete ospedaliera (si configurano, pertanto, violazioni della L. 833/1978, D.Lgs. 502/1992);

- Il Piano Operativo è stato adottato dal Commissario regionale senza nessuna consultazione con il territorio: non sono stati sentiti sindaci, sindacati, associazioni (si configurano, pertanto, violazioni della L. 833/1978, del D.Lgs 502/1992, della L. 241/1990, della L.R. 146/1996);

- Il Piano Operativo (che ha il contenuto di un nuovo Piano Sanitario e di un nuovo Piano di Rientro concordato con il Governo) assumerebbe la forma di un nuovo Piano di Rientro con la conseguenza che, proprio in base alle previsioni della L. 191/2010, il commissariamento sarebbe dovuto cessare;

- Il Piano Operativo annulla la rete di emergenza-urgenza di un intero territorio violando le previsioni del Piano Sanitario Regionale (approvato, da ultimo, con L.R. 5/2008, mai abrogata dal Consiglio né annullata dal Commissario) che prevede(va) per ogni ospedale della Regione una Unità di Pronto Soccorso;

- Questa previsione è anche confermata da un accordo sindacale sulla mobilità da cui risulta quale sarà la fisionomia del PTA (doc. 4 - accordo sindacale per la mobilità)

- Il Piano Operativo viola le previsioni del D.P.C.M. 29.11.2001 in materia di Livelli Essenziali di Assistenza.

5. Sul tema della partecipazione c’è una gravissima lesione del diritto dei sindaci e, in generale, dei cittadini e appare contraddittoria la posizione della ASL dal momento che:

- il Direttore Generale dichiara che questa materia non è soggetta al confronto (doc. 5 - verbale comitato ristretto del 26.7.2010)

- la ASL nella sua difesa dice che l’obbligo di informazione è stato adempiuto dal momento che sono state fatte riunioni sul territorio (es. di associazioni);

- la ASL nella sua difesa dice che l’obbligo informativo è stato assolto grazie agli incontri avuti proprio in Prefettura (si citano due verbali del 28.4.2010 e del 28.6.2010).

6. Il Piano Operativo, nel sostituire all’ospedale un Presidio con assistenza medica e infermieristica “h12” e nell’eliminare tanto i reparti per acuti (geriatria, medicina generale, psichiatria), quanto i posti di lungodegenza oltre ai servizi di chirurgia programmata, compromette la salute di un intero bacino che coinvolge circa 40000 abitanti.

7. Si propone, come “alternativa” un nucleo di cure primarie gestito dai medici di famiglia, ma questo non può essere un servizio sostitutivo dell’ospedale per pazienti acuti (doc. 6 – proposta di progetto chiesta ufficialmente e mai formalmente consegnata, sebbene circolata).

8. Su questo punto è da segnalare che:

- il sub-commissario Giovanna Baraldi dice in una relazione che è al lavoro un gruppo di lavoro con i medici di famiglia (doc. 7 - relazione sub- commissario del 30.9.2010)

- il direttore generale della ASL dice che nessuna soluzione è ancora allo studio con ciò ingenerando una confusione generale sulla situazione attuale (doc. 8 -risposta dott. Zavattaro del 10.11.2010);

- il progetto proposto dai MMG non è stato mai ufficialmente comunicato anche se ne è circolata una copia dalla quale si evince chiaramente che una strada è stata tracciata e non è quella che garantisce i servizi di emergenza-urgenza) (doc. 6 – proposta di progetto chiesta ufficialmente e mai formalmente consegnata, sebbene circolata)

9. Questo quadro è ulteriormente aggravato da alcune circostanze di fatto:

- i pazienti che oggi trovano ricovero a Guardiagrele saranno costretti a rivolgersi a Chieti e sappiamo che il Policlinico è ingolfato (difficoltà per trovare parcheggi, per accedere al pronto soccorso, per trovare un posto letto in reparto dove spesso si staziona per giorni nelle barelle – con ciò si dimostra la incapacità del sistema di assorbire il colpo derivante dalla chiusura dell’ospedale di Guardiagrele);

- il Presidio Ospedaliero di Guardiagrele, sebbene non ancora chiuso, è sottoposto a continue privazioni alle quali non si dà soluzione:

o le prenotazioni per prestazioni assistenziali sono sospese da tempo;

o l’Unità Operativa di Radiologia – che pure dovrebbe continuare a funzionare – sarà entro fine anno privata di due unità mediche (una delle quali è anche direttore sanitario dell’Ospedale).

10. Vi è grande confusione anche nella gestione del problema e nella rappresentazione delle sue cause dal momento che, mentre si fa passare la notizia che sono necessari tagli alle spese, accade che:

- il Piano Operativo dice che i costi fissi non saranno, comunque, eliminati (doc. 9 - pag. 6 delibera n. 44)

- il direttore generale dichiara che la disattivazione dell’ospedale non comporta nessun risparmio (doc. 10 - estratto dichiarazioni al Consiglio Comunale di Guardiagrele del 14.9.2010);

- Il tavolo tecnico Regione-Ministero, nella riunione del 17.3.2010 dice che il Piano Sanitario Regionale è validato e che, sostanzialmente, il debito è rientrato (doc. 11 – stralcio del verbale)

11. La ASL sostiene di avere ammortizzato la chiusura di Gissi e Casoli con i posti di Atessa e Lanciano, ma va detto che non tutti i posti disattivati a Casoli sono stati riattivati a Lanciano.

12. La Regione e la ASL sostengono che il Piano Operativo ha dovuto dare attuazione al nuovo Patto per la Salute (doc. 12 – stralcio patto per la salute). Va detto, però, che se si fosse applicato il criterio adottato, ad esempio, in Lazio e Molise (popolazione residente / 1000 x 3,5 pl), avremmo avuto diritto a più posti letto:

- i pl x 1000 previsti dal Patto sono 3,5;

- il PO, invece, ne prevede appena 2,9 (perché?);

- già il Piano Sanitario del centro sinistra prevedeva 3,5 pl x 1000 per gli acuti (tale previsione si poteva lasciare invariata);

- il PO, invece, ha tagliato ben 886 pl in più;

- applicando il criterio fissato dal Patto e considerato che la popolazione è aumentata, avrebbe dovuto aggiungerne 135.

(doc. 13 – prospetto del taglio dei posti letto).

13. Si fornisce, altresì, la seguente documentazione:

(doc. 14 – piano relativo al taglio delle Unità Operative complesse da cui si evince che anche il Pronto Soccorso di Atessa e Ortona saranno declassati/tagliati)

14. In conclusione, al di là delle violazioni di legge sopra richiamate, appare assolutamente messa in pericolo la salute dei cittadini a causa dello smantellamento di un Presidio Ospedaliero per pazienti acuti. La salute (e la vita) dei cittadini è messa in pericolo anche a causa della disattivazione di un servizio di pronto soccorso che sia in grado di gestire le emergenze in un territorio montano nel quale la percorrenza di strade spesso tortuose e di difficile praticabilità soprattutto nei mesi invernali di fatto impedisce di poter stabilizzare una patologia acuta (infarti, ictus, gravi traumi) in poco tempo con conseguente pericolo per la vita stessa.

15. La rete ospedaliera, privata del presidio di Guardiagrele, non è in grado di rispondere a queste emergenze per:

- la difficoltà di raggiungerlo (con mezzo proprio e con ambulanze del 118 che possono anche tardare proprio a causa delle condizioni geo-morfologiche della zona);

- il fatto che i reparti già sono intasati e difficilmente riuscirebbero ad assorbire la nuova domanda.

16. Il PTA (né come è previsto nel Piano Operativo né con eventuali aggiunte di servizi come RSA, centri per Alzheimer né, infine, con l’aggiunta di ospedale di comunità affidato ai medici di base…) non sarebbe in grado di fare fronte a queste esigenze di tutela della salute, soprattutto relativamente alla rete di emergenza-urgenza (che viene disattivata insieme con l’ospedale) e, comunque, a causa della sua impossibilità di ricovero di pazienti acuti (oggi, invece, curabili in condizioni di efficienza per i pazienti, nei reparti ospitati dall’Ospedale di Guardiagrele).

17. La Direzione Sanitaria Aziendale ha annunciato che procederà alla sospensione dei ricoveri e alla disattivazione dell’ospedale entro il prossimo 15 dicembre se il TAR non sospenderà le decisioni.

18. Il progetto di disattivare un intero presidio ospedaliero e annullare servizi di emergenza-urgenza su un intero territorio (per altro con caratteristiche geo-morfologiche del tutto peculiari) concreta senza dubbio una interruzione di pubblico servizio soprattutto nel momento in cui, attuata questa programmazione, nessun servizio per pazienti acuti e per l’emergenza resta sul territorio (né si può dire che una surroga può essere assicurata dal PTA previsto nel Piano Operativo)

sabato 20 novembre 2010

On. Turco, chiami Chiodi in commissione!

Il "porta a porta " promosso dal PD ha portato a Guardiagrele l'onorevole Livia Turco, parlamentare del nostro collegio.

L'ex ministro per le politiche sociali non ha potuto non parlare del tema della sanità e del fatto che il piano della regione Abruzzo che indiscriminatamente elimina i servizi costituisce una lesione del diritto alla salute.

Livia Turco fa parte della COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUGLI ERRORI IN CAMPO SANITARIO E SULLE CAUSE DEI DISAVANZI SANITARI REGIONALI.

Oltre alla promessa di tornare a Guardiagrele, di promuovere e sostenere il comitato nazionale "articolo32", di lavorare per la tutela dei piccoli ospedali, ci ha fatto anche quella di chiamare in Commissione Gianni Chiodi e Francesco Nicola Zavattaro.

Almeno in quella sede potranno spiegare meglio il perchè di questi tagli e potranno rispondere alle decine e decine di domane che gli stiamo facendo da quasi tre mesi.

Grazie on. Turco per quello che potrà fare!

domenica 14 novembre 2010

Il grande bluff

L’iniziativa giudiziaria del gruppo “Guardiagrele il bene in comune” non si è fermata ed è stata appoggiata da alcuni esponenti del Tribunale per i diritti del Malato di Guardiagrele. Mercoledì prossimo (17 novembre 2010) il TAR L’Aquila finalmente discuterà la richiesta di sospensiva sul ricorso contro il Programma Operativo (PO).

Il nostro gruppo si è fatto, quindi, carico di una seconda iniziativa mentre il comune di Guardiagrele resta silente.

Per la cronaca va detto che ricorsi contro il PO sono stati presentati dai comuni di Casoli, Gissi, Pescina e Tagliacozzo e non da Guardiagrele.

Va chiarito, poi, anche l’aspetto relativo alla richiesta che noi abbiamo formulato. A noi la chiusura/disattivazione non sta bene e abbiamo chiesto e chiediamo la sospensione del PO; una volta sospeso siamo disponibili a trattare.

Questo è il mandato che il sindaco ha ricevuto lo scorso 14.9 (la delibera 88 dice che il Consiglio Comunale) si oppone con forza al PO e ne chiede l’immediata sospensione.

Qualsiasi iniziativa che si discosti da questa decisione chiara e definitiva è contro la volontà del Consiglio e contro la volontà della Città.

A questo proposito torno a ribadire un concetto che il sindaco forse non ha compreso. L’elemento che colpisce di più la gente e anche il Tribunale (ne abbiamo avuto prova a Pescara) è il tema del Pronto Soccorso e il PO dice chiaramente che il PS chiuderà.

Caro Sindaco, lo sai che se sulla stampa scrivi e dichiari che il PS non chiuderà offri un’arma al mio avversario? Lo sai che il mio avversario (che per difendersi produce persino articoli di stampa) mi dirà che è tutto a posto e che il PS non chiude perché “è scritto sul giornale”?

Oppure quando parli di PS ti riferisci a qualcosa che vuoi (e volete) chiamare PS ma PS non è?

E qui apro un capitolo che definisco ridicolo se non fosse drammatico.

Lo scorso 4.10 mi sono recato alla ASL e sul tavolo del Direttore Generale che gentilmente mi ha ricevuto ho visto (e Zavattaro me lo ha confermato) una comunicazione dei MMG relativa ad un progetto (quello che la Baraldi era venuta ad applaudire a Guardiagrele).

Il pomeriggio del 4.10 ho chiesto alla Direzione Generale di averne una copia. La richiesta di accesso è stata rinnovata per ben 4 volte e solo lo scorso 10.11 la Direzione i ha risposto dicendo che niente bolle in pentola (Zavattaro afferma che allo stato nessuna atto aziendale è stato assunto in relazione al progetto dei MMG di Guardiagrele e/o degli NCP o in relazione a qualsiasi altro aspetto conseguente delle delibere commissariali di rimodulazione del Presidio di Guardiagrele e si aggiunge che la proposta è stata rigettata anche alla luce delle risultanze di un convegno tenutosi a Sulmona lo scorso 30.10).

Caro Direttore non ti credo.

Ti ho chiesto di avere il progetto e non di sapere se è stato approvato. Ma il progetto non me lo hai dato! Ti ho chiesto di leggere cosa c’è scritto e cosa gli NCP di Guardiagrele vorrebbero fare dentro l’ospedale, ma non me lo hai consentito. Mi dici che non è stato adottato nessun atto, ma qualche giorno fa, accompagnato anche dal dott. Floriano Iezzi (assessore al comune e medico di base), hai visitato l’ospedale e il Distretto per vedere come ficcare tutto dentro l’ospedale che ti accingi a svuotare per eseguire gli ordini di Chiodi.

Ma io capisco perché non me lo hai voluto mostrare! Perché se avessi letto (se avessimo letto) quello che c’è scritto avremmo dovuto gridare allo scandalo.

E allora gridiamo allo scandalo!

Il progetto dei MMG prevede uno smantellamento di fatto del PS. Prevede che il PS che loro vogliono fare accetterà solo i codici bianchi e verdi (cioè quelli già dovrebbero essere curati che negli ambulatori dei MMG). Mette in pericolo la salute dei cittadini e mette in pericolo anche la sicurezza dei MMG caricati di responsabilità che non gli competono.

Se Sandro Salvi e Floriano Iezzi intendono difendere questo progetto sappiano che non ci stiamo. Se ricorrendo al TAR pagheranno la sospensione del PO con questa proposta che è semplicemente irricevibile, noi lo segnaleremo pubblicamente.

Questo progetto non disegna un ospedale, ma una struttura che non dà garanzie.

Pubblicamente diffidiamo la ASL, il sindaco e l’assessore (che spero non vorrà mettere la sua firma su questo documento) dal dare seguito ad una iniziativa di questo tipo.

Salvi ha ricevuto un mandato preciso che non è questo e, soprattutto, quello che fa ce lo venga a raccontare perché questo si è impegnato a fare.

Ci metta a disposizione le informazioni che ha e i documenti che ha e non sia complice della commedia che vede negare l’accesso ad atti che, poi, circolano e di cui fortunatamente veniamo in possesso.

A questo proposito, permettete di aprire una parentesi e di esprimere la solidarietà alla dott.ssa Verì, presidente della commissione V regionale. Ci dice che non possiede materialmente il piano sui tagli e i declassamenti che in Abruzzo interessano 217 reparti ospedalieri (Il Centro del 12.11).

Eccolo il Piano, altro che “toto reparti”, dott.ssa Verì. Lo sa cosa c’è scritto? Che 217 Unità Operative Complesse (i Reparti con i Primari, per intenderci) chiuderanno entro fine 2012. E c’è scritto pure che, ad esempio, nella ASL di Chieti (provinciale) saranno solo tre le Unità di Pronto Soccorso (evidentemente Chieti, Lanciano e Vasto).

Si conferma che Guardiagrele non avrà più il Pronto soccorso (con la dotazione di medici e di operatori sanitari come è oggi) e c’è anche scritto che la stessa sorte sarà per gli ospedali di Ortona e Atessa (CAsoli e Gissi l’hanno già subita). Sindaco, ma di che Pronto Soccorso parli?

Eppure dovevi già saperlo perché questo destino era tracciato per Guardiagrele da tempo, ormai.

Era scritto nel PO (e noi lo abbiamo detto e ridetto) ma anche in altre carte. Se non le hai, eccole!

Conosci (conoscete) l’accordo sindacale per la mobilità del personale di Gissi e Casoli? Se non lo conoscete ve lo mostro! Qui c’è scritto che il PS non esiste più in quegli ospedali. C’è scritto che non c’è un primario, che in tutto il PTA c’è un solo coordinatore?
Conosci (conoscete) le delibere con le quali i servizi dei vecchi ospedali di Casoli e Gissi vengono annessi al Distretto? Ti (vi) rendi (rendete) conto che questo significa che l’ospedale non c’è più e che anche il nostro ospedale non ci sarà più?

E dico anche questo. Il personale operativo e infermieristico forse è stato tratto in errore. In alcuni casi credo sia stata carpita la buona fede e, se la cosa dovesse essere confermata, sarebbe un fatto grave che alcuni dipendenti siano stati indotti addirittura a sottoscrivere richieste di mobilità volontaria senza sapere cosa stessero facendo. Ma su questo punto vado con estrema cautela perché la cosa non mi risulta confermata.

Questi dovrebbero essere gli argomenti sui quali porre la massima attenzione. Si pensa a 217 primari che perdono la possibilità di raggiungere o conservare posizioni organizzative e non si pensa (parliamo per noi) a 40mila cittadini che perdono il diritto alla salute!

Si dice addirittura che non si è contrari alle riconversioni e non si sottolineano, ad esempio, le mille contraddizioni che vengono fuori quotidianamente.

Ci si è scandalizzati quando Zavattaro ha detto che non si sarebbe fatto mai curare in un ospedale della sua ASL: prime pagine sui giornali, convocazioni in commissioni per quella che era sicuramente una battuta, infelice magari, ma pur sempre ed evidentemente una battuta.

Nessuno ha gridato allo scandalo (e questo è un vero scandalo) quando:
- ha detto che il PO non fa risparmiare un centesimo (14.9 in consiglio comunale e Guardiagrele e 8.10 nel convegno della CGIL);
- ha detto che nel PO sicuramente ci sono errori.

Nessuno ha detto (o, comunque, alla cosa non è stata data la necessaria evidenza) che quella che bisogna risparmiare è una favola perché:
- lo dice la stessa Regione nel suo DPEF;
- lo dice il tavolo tecnico di Roma nel verbale del 17.3.2010 (che nessuno cita, neanche la ASL e la Regione nelle loro difese in Tribunale);
- lo dice il fatto che il debito residuo può essere coperto con altri fondi che la Regione ha già chiesto.

Nessuno dice che è falso che il PO si è reso necessario per dare attuazione al Patto per la Salute e che, applicando il criterio utilizzato in Lazio e Molise avremmo avuto diritto a più posti letto:
- i pl x 1000 previsti dal Patto sono 3,5;
- il PO, invece, ne prevede appena 2,9 (perché?);
- già il Piano Sanitario del centro sinistra prevedeva 3,5 pl x 1000 per gli acuti (tale previsione si poteva lasciare invariata);
- il PO, invece, ha tagliato ben 886 pl in più;
applicando il criterio fissato dal Patto e considerato che la popolazione è aumentata, avrebbe dovuto aggiungerne 135.

Il tema della chiusura/disattivazione interessa tutta l’Italia:
- almeno 70 piccoli ospedali (1000 comuni e circa 3 mln di abitanti) sono interessati da provvedimenti simili a quelli della nostra regione;
- in ogni realtà si lamentano le stesse violazioni di legge e irregolarità che noi abbiamo segnalato e denunciato;
- c’è un magma normativo nel quale è difficile muoversi (norme che si rinnovano e sovrappongono lasciando margini di manovra troppo ampi).

Questo ci ha indotto a fondare il Comitato Nazionale “articolo 32” per la tutela della salute e dei piccoli ospedali (www.articolo32.it) che ha già ricevuto contatti da altre regioni (Lazio e Calabria in particolare) per una mobilitazione generale.

sabato 13 novembre 2010

Vogliamo risposte e trasparenza!

Qualcuno ci deve delle spiegazioni sul capitolo ospedale di Guardiagrele e, più in generale, sul tema della sanità regionale.

Perchè gli atti sono tenuti nascosti?

Perchè alle richieste di documenti si risponde negativamente?

Perchè sul sito della regione non compaiono le delibere del commissario?

Perchè sul sito della ASL non compaiono le delibere del Direttore Generale, gli accordi sindacali, le lettere di trasmissione degli atti?

E' troppo chiedere la trasparenza su atti pubblici?

O siamo di fronte ad atti segreti?

Domenica 14 novembre alle ore 11 formuleremo questi ed altri interrogativi ai diretti interessati.

Il gruppo consiliare "Guardiagrele il bene in comune" vi aspetta in Piazza s. Maria MAggiore.

sabato 6 novembre 2010

Ma chi pensa ai partigiani?


Una città vilipesa. Questa è la sensazione che ho avuto di fronte alla pseudo celebrazione dello scorso 4 novembre quando l'amministrazione comunale ha cercato maldestramente di ripetere il cerimoniale che la precedente giunta aveva istituito collegando con un singolare filo della memoria vari luoghi simbolo della città.

E così, dopo cinque anni, il sindaco Salvi e il suo vice hanno presenziato alle celebrazioni del 4 novembre dopo che per anni avevano sottolineato con l'assenza l'omaggio ai morti del 1799, ai caduti delle due guerre mondiali, agli alpini caduti per la patria, alla Brigata Maiella e al maresciallo Camillo Neviani, omaggio che la nostra giunta di centrosinistra non aveva mai mancato di tributare.

Un manifesto anonimo annunciava la manifestazione che doveva concludersi alla Villa Comunale presso il monumento alla Brigata Maiella e dinanzi al cippo eretto alla memoria di Neviani.

Ma alle ultime due tappe il sindaco è arrivato a mani vuote: non una corona, non un fiore e, per di più, aiuole per niente pulite e parole di circostanza completamente fuori dal contesto della festa che si voleva celebrare: un oltraggio alla memoria della città e alla solennità civile del 4 novembre perfettamente coerente con la latitanza che anche in occasione della inaugurazione dei monumenti non era mancata.

Mi chiedo se sia possibile amministrare una città che a sei mesi dall'inizio dell'era Salvi vive un declino civile mai prima registrato, senza conoscerne la storia e, soprattutto, senza sentire l'urgenza di una commemorazione seria, ragionata, curata nei particolari: questo è il terreno dei valori comuni e se non si coltivano adeguatamente questi è difficile pensare al resto che, per come la penso, viene dopo, molto dopo.

Per porre rimedio a questa grave mancanza il gruppo consiliare "Guardiagrele il bene in comune" ieri ha deposto due corone di alloro davanti ai due monumenti dimenticati cercando di riparare la mancanza dell'amministrazione.

Avremmo dovuto lasciarli spogli, ma abbiamo preferito sottolineare con i simboli il degrado civile che la città vive, praticamente spogliata anche dei suoi valori di riferimento e consegnata ad una amministrazione priva di sensibilità, analfabeta della storia patria e del comune sentire del popolo che amministra.

martedì 2 novembre 2010

Il mio rapporto con la rete

In queste settimane il mio rapporto con il web si è limitato ad alcune iniziative strettamente legate alla mia attività politica.

Ho trascurato il mio blog, ma non l'attenzione alla rete.

Ecco, mi sono concentrato in modo particolare sul tema dei piccoli ospedali dando vita ad uno spazio tutto nuovo.

Si tratta del sito www.articolo32.it che...beh andatelo a vedere...

Qualcuno mi dice che scrivo su fb e sul mio blog solo per parlare del mio impegno come consigliere comunale...

Forse è così, ma questo è il motivo per cui ho pensato di investire anche in questo campo (internet, intendo dire!).

Mentre penso da tempo ad uno spazio - un nuovo spazio - che parli della mia attività professionale.

A presto!