lunedì 27 settembre 2010

Ho invitato Gherardo Colombo a Guardiagrele

Dunque Gherardo Colombo il 7 ottobre sarà a Guardiagrele.

Un appuntamento preso da tempo che consente alla città di incontrarsi, ancora una volta, per ragionare sul tema della legalità.

Lo abbiamo già fatto in altre occasioni con don Ciotti, Forgione, Lumia, Ayala, Cantone e Travaglio.

Colombo verrà a presentare, su invito della fondazione che sto mettendo su, il suo libro "Sulle regole" edito da Feltrinelli 2 anni fa e pubblicato inq ueste settimane con un'edizione economica accessibilissima.

Colombo lo ricordano tutti. E' un'immagine familiare perchè ci riporta ai tempi di tangentopoli e di "mani pulite".

La sua chioma inconfondibile (come quella rossa di Ilda Boccassini) ci riporta nei corridoi della Procura e del Tribunale di Milano, alle requisitorie dei primi processi per tangenti, a tempi che, se paragonati ad oggi, non ci sembrano neanche tanto lontani.

Sono i tempi di processi lunghi che hanno fatto esplodere il tema del funzionamento della giustizia (quando colpisce la politica).

Sono le ragioni che hanno spinto Colombo a lasciare la magistratura.

Di Pietro scelse la politica; Colombo ha scelto di incontrare studenti, di parlare con la gente per far capire che se un meccanismo non funziona bisogna andare alla radice e capire che dal rispetto delle regole inizia ogni processo di cambiamento.

Ecco perchè ho pensato di chiamarlo e lo ringrazio per avere accolto l'invito.

L'appuntamento è il 7 ottobre al cinema Garden (ore 18) e il mattino successivo per i bambini della scuola primaria.

Vi aspetto.

martedì 21 settembre 2010

Le cose stanno cosi!




Questo è il testo che la maggioranza aveva portato in consiglio comunale il 14 settembre scorso...

E' semplicemente indecente e, questa volta voglio dirlo con forza e senza alcuna remora, intellettualmente disonesta la manovra del pdl locale che affigge nelle sue bacheche l'ordine del giorno approvato dal consiglio lo scorso 14 settembre ritenendo, in questo modo, di smentire la presunta confusione determinata dalla stampa all'indomani della riunione del consiglio comunale.

La stampa locale, vorrei ricordarlo, ha semplicemente detto quel che è successo: la maggioranza è scivolata sull'ospedale per il semplice fatto che si è vista costretta a ritirare la sua proposta e a votare il documento della minoranza con alcune correzioni accolte dal centrosinistra.

Il pdl, però, lamentando una confusione che probabilmente è quella che regna tra i suoi membri, innanzitutto non dice che il documento approvato all'unanimità è proprio quello presentato dal gruppo consiliare "Guardiagrele il bene in comune" che aveva chiesto il consiglio il 23 agosto.

Il documento affisso nelle bacheche del pdl (la delibera 88/2010) attesta una posizione di netto contrasto, come da noi richiesto, alla manovra Chiodi-Baraldi senza nessuna possibilità di appello e respingendo al mittente l'offerta di un Presidio Territoriale di Assistenza (PTA).

La verità che nessuno ha ancora detto, ma che i presenti il 14 settembre ben conoscono è che Salvi e la sua giunta avevano portato in consiglio, nella speranza di consacrarla con la benedizione di Zavattaro e Budassi, una proposta nella quale candidamente si diceva che non vi era opposizione alla riconversione dell'ospedale e alla sua trasformazione in un PTA a patto che si ottenessero alcuni servizi in più (la RSA, ad esempio): promesse che, però, non sono scritte in nessun documento.

Questa è la verità, come è vero che la maggioranza è letteralmente spaccata e, sulla questione più decisiva, naviga a vista.

Questo a loro non conviene dirlo, ovviamnete, ma a noi interessa la verità.

Invito, quindi, gli estensori dei comunicati e i curatori dei contenuti delle bacheche del pdl ad aggiornare l'ultima uscita con la proposta di odg che sono stati costretti a ritirare.

E, soprattutto, a mettersi d'accordo con i colleghi alla regione visto che, detto per inciso, proprio mentre prendono atto del loro dietrofront il gruppo regionale dello stesso partito propagandava con mega manifesati affissi in tutta la città, come il risultato del loro impegno, la trasformazione del SS. Imacolata in un PTA.

Abbiamo cercato in ogni modo di trovare una linea condivisa, ma non è tollerabile essere presi per i letteralmente per i fondelli.

venerdì 17 settembre 2010

mercoledì 15 settembre 2010

Dietrofront!


Alla fine l'intero consiglio, compresa la maggioranza (letteralmente frantumata; smarrita; non pronta a quel che sarebbe successo; pronta, invece, a ricevere applausi e invece punita dalla protesta dei cittadini; incredula per il dietrofront che si è vista costretta a fare; pronta a sostenere Chiodi, Baraldi e Zavattaro in nome di un fantomatico PTA e di presunte conquiste di RSA non scritte in nessun documento; costretta a prendere atto del fatto che con questa manovra non si risparmia niente; obbligata dalle esternazioni di un suo assessore; di fronte alla assenza dei suoi consiglieri) ha votato il documento proposto dal gruppo di minoranza.

Nel mio intervento ho rivolto al sindaco Salvi, all'assessore Iezzi, alla giunta e ai consiglieri alcune domande...

La strategia di dire che il nostro ospedale non è efficiente è identica a quella, proposta dalla maggioranza di incaricare un legaleper il ricorso al TAR contro il programma operativo, munirsi di un'arma che è disinnescata dalla disponibilità ad accettare il Programma e il P.T.A. (presidio territoriale di assistenza).

Tra l’altro sapete che il ricorso è anche contro la ASL che oggi avete invitato a partecipare?

L’anno scorso aiutammo il legale. L’attuale sindaco partecipò alla prima riunione e poi non più. Oggi cosa porterete al legale incaricato?

Conoscono sindaco, assessori e consiglieri il contenuto P.O.?

Sanno che lì si parla di ass. medica e infermieristica h12 / punto prelievi / non c’è TAC?

Questi sono i servizi per i quali vi siete battuti 3 anni fa? I cittadini si battevano per un PTA?

Oggi non si chiude un reparto ma tre reparti (sulla base di valutazioni immotivate e sconclusionate). Oggi si chiude tutto e anche la proposta fatta è assurda perché non è scritta da nessuna parte!

Per questo vi eravate battuti?

Oggi sindaci si sono incatenati, hanno fatto scioperi e il nostro sindaco fa acquiescenza, non dice nulla, dice e si contraddice, invita la ASL che da’ attuazione a quel che il commissario dice e poi fa ricorso!

A cosa serve parlare di quel che c’era prima? Di cosa è accaduto prima? Altro che protesta plateale e politicizzata! Avremmo dovuto parlare del debito e non l’abbiamo fatto.


La verità è che il sindaco, nel momento in cui parla di PTA, ammette il potere del commissario di cambiare tutto.

Noi il PTA non lo vogliamo neanche sentire!


L’Ospedale non può essere ciò che non è!

Voi volete questo? Voi che non avete neanche la libertà di dire quel che pensate e che cercate di mascherare da successo un assenso ad una politica che smantella un intero sistema. Altro che pdl!

Questo vi piace? E, se vi piace, perché vi piace?

Questo Consiglio Comunale non è una dependance dei vostri tavoli. Non avete il diritto di chiederci di ratificare nulla.

Noi cosa vogliamo? Voi cosa volete?


Se volete opporvi, votate il nostro odg.

Se vi va bene, votate il vostro odg. Noi non lo votiamo!

Come è andata a finire l'ho detto prima...

domenica 12 settembre 2010

Considerazioni politiche

Continuo il ragionamento iniziato ieri con alcune osservazioni di carattere più generale sull'iniziativa del gruppo consiliare di minoranza che ha promosso un ricorso al TAR contrto le delibere di Chiodi che disattivano, tra gli altri, anche l'osedale di Guardiagrele.

Il gruppo di minoranza si è fatto carico di un peso che doveva essere condiviso. Il ricorso doveva farlo il comune; doveva essere l’amministrazione, la giunta a tirare dentro l’opposizione (e noi ci saremmo stati) e non il contrario.

Nella camera di consiglio al TAR il prossimo 23 settembre non dovevamo esserci solo noi! Doveva esserci l’intera città guidata dal suo sindaco proprio come fu lo scorso anno contro Redigolo.

La cosa inspiegabile, poi, non è tanto lo sbandierare questa grande RSA pubblica e le altre favole che non hanno riscontro scritto nelle delibere di Chiodi (anzi sono contrarie a quello che Chiodi e Baraldi dicono), quanto che il sindaco abbia ripetutamente detto che il nostro ospedale è indifendibile. Si è reso conto che, in questo modo, ha offerto un’arma a chi questo ospedale vuole disattivarlo? Io, che voglio difenderlo, vado alla ricerca di elementi che lo descrivano come una struttura forte e indispensabile e lui che fa? Dice che è inefficiente e che così come è non si può difendere.

Oltretutto dimostra di non conoscere neanche le sue prerogative. Lo sa che è l’autorità sanitaria locale? Lo sa che in base allo statuto della regione, alle leggi dello stato (833/78 e 502/92) aveva il diritto di essere coinvolto nella programmazione sanitaria?

Lo sa il sindaco e lo sa l’assessore alla sanità che quello che oggi dicono essere il futuro dell’ospedale non è scritto da nessuna parte? Parlano di diagnostica e il laboratorio analisi diventa un punto prelievi. Parlano di pronto soccorso h24 e invece nel PO si parla di presenza di medico e infermiere h12. Parlano di RSA pubblica quando le delibere che nominano i commissari Chiodi e Baraldi dicono che non si possono aprire nuove strutture (né pubbliche né private).

Non parlano più dei tempi per raggiungere un ospedale. Perché non dicono che il PO afferma che gli abitanti del nostro territorio possono raggiungere un ospedale in 40 minuti e che la cosa importante è raggiungere un pronto soccorso in 60 minuti (altro che 50)?

Non dicono che l’ospedale sarà la nuova sede dei nuclei di cure primarie? Ma lo sanno quali responsabilità dovranno accollarsi i MMG? I MMG sono adeguatamente formati per dare questo servizio? Per loro è o non è un pericolo il fatto che l’ospedale perde la sua identità?

Queste cose non ve le hanno dette e non ve le diranno o perché non hanno letto le carte (chi fa i comunicati le ha lette le delibere?) o perché vogliono prenderci in giro.

E poi agli amici della Lega dico questo. Ma vi rendete conto che a Roma si decide persino che l’ospedale di Guardiagrele si chiude? Ma lo sapete che cosa significa federalismo fiscale? Oggi ci dicono quanti pl deve avere una regione e se non li raggiungi e non tagli spese di personale e per i farmaci mandano il commissario.

Questa politica ci avvia ad una gestione commissariale della democrazia. Se non si è dentro gli standard dei costi, saremo costretti a tagliare ovunque e se non taglieremo manderanno dappertutto commissari.

Di fronte a tutto questo non avevamo altra scelta se non quella di agire. Avevamo messo da parte l’interesse di parte e avevamo offerto e chiesto appoggio. Ci è stato rifiutato e negato.

Cosa era giusto fare? Stare a guardare? Noi abbiamo scelto la cosa giusta!

Continuano a parlare di elezioni perse. Ma questa è un’altra storia! E questa storia ci imponeva di andare avanti e fare quel che si doveva fare in questo momento. Ci hanno letteralmente massacrato e andavano cianciando i asl di montagna. Oggi ci propongono un progetto pilota che è il suicidio della sanità guardiese e noi dovremmo essere contenti?

Micucci e Tavani, sostenuti ancora oggi da Salvi e Di Prinzio impugnarono una delibera aziendale che applicava la legge e oggi che noi avevamo messo da parte l’interesse di partito ci hanno risposto picche quando le delibere di Chiodi sono un mostro giuridico che viola mezza costituzione e i principi più essenziali della democrazia?

Questa è la tragedia che si consuma in quello che sembra davvero un teatro. Molti attori – che dovrebbero essere i protagonisti – non dicono quello che dovrebbero dire o stanno in silenzio.

E nella buca del suggeritore c’è qualcuno che a noi proprio non piace!

Speriamo che non piaccia neanche a voi!

sabato 11 settembre 2010

Presentato il ricorso


Il piano Chiodi: giuridicamente scandaloso!

Non si è mai vista una serie così lunga di illegittimità in un provvedimento amministrativo. La cosa più giuridicamente scandalosa è la gamma delle violazioni: Costituzione, leggi dello Stato, decreti governativi, Statuto regionale, leggi regionali, accordi interministeriali.

Andiamo con ordine.

Il programma operativo approvato da Chiodi e Baraldi con le delibere 44 e 45 del 3 e 5 agosto scorsi, ridisegna completamente la rete ospedaliera regionale e stravolge le previsioni del Piano Sanitario Regionale.

Ora, il PSR (adottato con legge e, quindi, con tutte le garanzie che questo strumento prevede), riproduce l’accordo del 2007 tra la Regione e i Ministeri della salute e delle finanze, il famoso “Piano di Rientro” che ha previsto, tra le altre cose, quanti posti letto deve avere la rete ospedaliera e, soprattutto, che tutti gli ospedali (anche i piccoli ospedali) restano aperti con dotazione di PL per acuti.

Le delibere di nomina di Chiodi e Baraldi affidano ai due commissari il compito di dare attuazione al Piano di Rientro e, cioè, le previsioni del PSR ancora vigente e mai abrogato né sospeso né modificato contenuto nella L.R. 5/2008 (e anticipato dalle LL.RR. 20/2006 e 6/2007).

E’ evidente, quindi, che il Programma Operativo adottato da chi, invece, doveva dare attuazione al Piano di Rientro (e, quindi, dal PSR) è illegittimo perché viola il mandato governativo dei commissari e le Leggi Regionali.

Su questo argomento il ricorso richiama anche la recente giurisprudenza della Corte Costituzionale che ha chiarito i limiti del potere commissariale e contiene un’analisi comparativa con alcune delle regioni commissariate (Lazio e Campania).

Il PO, poi, viola tutte le Leggi anche dello Stato in materia di Servizio Sanitario Nazionale di riordino della disciplina in materia sanitaria. La Legge 833/1978 e il D.Lgs. 502/1992 hanno stabilito che il Piano Sanitario Regionale e, cioè, la programmazione in materia di servizi sanitari (compresa la rete ospedaliera) è adottata con legge regionale e non certamente con delibere commissariali.

Questo significa che gli atti programmatori (e il P.O. Chiodi-Baraldi ha la natura e la sostanza di atto programmatorio) devono essere condivisi con gli Enti Locali, devono essere adottati nel rispetto del sovrano principio della partecipazione, non possono andare oltre il livello generale dovendo lasciare alle Aziende Sanitarie il potere di dare attuazione a livello locali.

Ebbene, il PO non ha rispettato nessuno di questi passaggi violando le prerogative dei comuni e delle stesse Aziende Sanitarie. La stessa ASL avrebbe, a mio avviso, interesse a contrastare il P.O., ma su questo è facile comprende il motivo del silenzio.

Perché sono stati ignorati i sindaci, perché nessuno ha mai coinvolti gli enti Locali (come anche lo Statuto regionale prevede) in un atto così importante della programmazione regionale? Perché, pur non avendo il potere di rivedere la rete ospedaliera, Chiodi e Baraldi lo hanno fatto? E perché, violando anche il principio di uguaglianza (art. 3 Costituzione) non hanno toccato le cliniche private e, chiudendo i ospedali, hanno, nei fatti, stabilito che chi abita sulla costa si può salvare e chi vive nelle zone interne no?

Sarebbe bastato chiedere consiglio alla presidente Polverini, commissario nel Lazio. Lì il commissario ha il potere – datogli dal governo – di rivedere il Piano Sanitario e lì questo potere, sebbene nelle mani di uno solo, non ha rinunciato al coinvolgimento degli enti locali. Qui questo non è accaduto.

Il P.O., poi, viola le stesse norme che le delibere Chiodi-Baraldi richiamano per giustificarne l’adozione a partire dalla Legge Finanziaria per il 2010 (L. 191/2009). Quella legge si riferisce alle regioni già commissariate e stabiliscono la prosecuzione del piano di rientro (di un atto, cioè, già recepito dal PSR). Le delibere, invece, vanno oltre e intendono i programmi operativi come leve per scardinare l’impianto dell’accordo con il governo (il Piano di rientro) cui, invece, devono dare attuazione.

Il P.O., inoltre, fa riferimento alla Legge 133/2008 (la prima finanziaria estiva di Tremonti) senza dire, però, che l’adozione dei piani secondo quella legge è necessaria solo per accedere ai finanziamenti del 2010 e del 2011, cioè annualità non coperte dal piano di rientro.

Il P.O. viola anche il patto per la salute del 3 dicembre 2009, poi recepito dalla finanziaria. Nel patto si abbassa il numero dei posti letto per abitante da 4,5 per 1000 a 4 x 1000. Perché il P.O lo abbassa addirittura a 2,45 x 1000 abitanti? E, soprattutto, perché lo fa solo negli ospedali pubblici senza toccare le cliniche private. Si badi bene che, adottando anche per il privato i criteri (tasso di occupazione e durata media della degenza) utilizzati per tagliare i nostri piccoli ospedali, ben altri sarebbero stati i risultati con tagli di reparti interi nelle strutture private.

Il P.O. è, poi, illegittimo perché, nei fatti, adottato da chi non era più competente in materia di rientro dal disavanzo. Il piano di rientro del 2007, infatti, ha già prodotto i suoi risultati, come certificato dal tavolo tecnico regione – Ministeri del 17 aprile 2010 (nel verbale di quella riunione si legge, tra l’altro, che il debito non c’è più e che il Piano Sanitario va bene così come è). Se il debito non c’è più a che servono i commissari?

E poi, ancora, la norma che giustificherebbe il P.O. (la finanziaria per il 2010) dice che se la regione fa un nuovo piano di rientro cessa il commissariamento. Se, come abbiamo detto, il P.O. è, nei fatti, un nuovo Piano Sanitario, allora Chiodi e Baraldi dovrebbero fare le valige, ma così non è stato. Perché?

Il ricorso, depositato il 10 settembre e iscritto al numero 371/2010, contiene, poi, una serie di osservazioni circa le contraddizioni del P.O..

Quella più eclatante è il motivo più serio di preoccupazione sta innanzitutto nella descrizione del Presidio Territoriale di Assistenza (l’ormai famoso P.T.A.): il P.O. parla di assistenza infermieristica h12 e altri servizi come quelli di “accoglienza alle persone”. Questo non è un ospedale per acuti come la programmazione precedente stabiliva.

C’è, poi, una notazione che da sola smentisce tutto l’impianto del P.O.: se, chiudendo gli ospedali i costi non si riducono (le delibere lo dicono chiaramente), perché si chiudono gli ospedali.

E, soprattutto, visto che le delibere di nomina dei commissari chiedono loro di intervenire, ad esempio, sulla medicina generale e sulla spesa farmaceutica, perché si agisce sulla rete ospedaliera?

Queste contraddizioni si traducono in altrettanti motivi di illegittimità perché su questo le delibere sono assolutamente prive di motivazione e, soprattutto, illogiche.

L’udienza per la sospensiva è fissata al 23 settembre 2010. Se la sospensione non dovesse arrivare per il fatto che la chiusura dell’ospedale di Guardiagrele è fissata al 31 dicembre, ci attendiamo, comunque, una udienza a breve per la discussione nel merito.

Il ricorso è stato notificato anche alla regione Abruzzo e alla ASL di Chieti che è il soggetto attuatore dei provvedimenti commissariali.

mercoledì 8 settembre 2010

mercoledì 1 settembre 2010

Dire e contraddire...

Il sindaco con varie dichiarazioni alla stampa locale bolla come plateali e politicizzate le iniziative del gruppo di opposizione di centrosinistra continuando con il rimpallo di responsabilità circa lo sfascio della rete ospedaliera che si sta consumando in queste ore.

Mentre il gruppo di minoranza si fa carico di predisporre un ricorso che a giorni sarà depositato, il sindaco continua a dire e contraddire e, soprattutto, ad assistere, insieme con la sua giunta, in silenzio allo stravolgimento di un disegno che garantiva non solo un futuro all'ospedale ma una speranza ai cittadini.

Queste sono le conquiste che noi difendiamo.

Ho partecipato, insieme con la capogruppo, all'incontro con il legale contattato dal sindaco su nostra sollecitazione; in quella sede si scoraggiò un ricorso al Tribunale Amministrativo.

Noi, invece, siamo convinti della fondatezza delle nostre posizioni e della assoluta illegittimità degli atti commissariali e, per questo, non ricevendo l'appoggio chiesto e vedendoci rifiutato l'appoggio offerto, abbiamo intrapreso una strada sulla quale siamo stati seguiti dagli altri e che con gli altri stiamo condividendo.

Chi per primo ha lanciato l'iniziativa della diffida? Chi per primo a parlato di ricorso al TAR?

Lasciando quella riunione chiedemmo al sindaco di informarci sulle sue decisioni ma, a distanza di una settimana, quello che pensa lo leggiamo sui giornali visto che non ha risposto alle nostre lettere e non ha convocato il consiglio comunale.

Concludo dicendo che mi sembra strano e inspiegabile l'atteggiamento di chi prima dice di sostenere la programmazione del 2007 e poi rinuncia ad ogni difesa.

Qualcuno dovrà spiegarci i motivi di questi atteggiamenti.

Non mi interessa rispondere con polemiche alla polemica.

A questo punto non mi resta che confermare il contenuto della diffida al sindaco dall'avallare certe scelte ed esprimere tutta la mia meraviglia di fronte alle parole di chi più volte ha difeso la programmazione del 2007-2008 (votando anche un odg in consiglio comunale) e oggi continua a ripetere che l'ospedale non funziona e che, quindi, può chiudere tranquillamente.

Cosa andrà a dire nei tavoli che continua a chiedere mentre la direzione generale già pianifica la chiusura in riunioni delle quali non sa nulla?

Noi andiamo avanti nella strada dell'azione concreta convinti di avere tentato un interessamento dell'amministrazione che persiste nel suo silenzio mentre altrove c'è chi tenta di tutto per scongiurare la morte dell'ospedale e, con esso, di un intero territorio.