domenica 14 novembre 2010

Il grande bluff

L’iniziativa giudiziaria del gruppo “Guardiagrele il bene in comune” non si è fermata ed è stata appoggiata da alcuni esponenti del Tribunale per i diritti del Malato di Guardiagrele. Mercoledì prossimo (17 novembre 2010) il TAR L’Aquila finalmente discuterà la richiesta di sospensiva sul ricorso contro il Programma Operativo (PO).

Il nostro gruppo si è fatto, quindi, carico di una seconda iniziativa mentre il comune di Guardiagrele resta silente.

Per la cronaca va detto che ricorsi contro il PO sono stati presentati dai comuni di Casoli, Gissi, Pescina e Tagliacozzo e non da Guardiagrele.

Va chiarito, poi, anche l’aspetto relativo alla richiesta che noi abbiamo formulato. A noi la chiusura/disattivazione non sta bene e abbiamo chiesto e chiediamo la sospensione del PO; una volta sospeso siamo disponibili a trattare.

Questo è il mandato che il sindaco ha ricevuto lo scorso 14.9 (la delibera 88 dice che il Consiglio Comunale) si oppone con forza al PO e ne chiede l’immediata sospensione.

Qualsiasi iniziativa che si discosti da questa decisione chiara e definitiva è contro la volontà del Consiglio e contro la volontà della Città.

A questo proposito torno a ribadire un concetto che il sindaco forse non ha compreso. L’elemento che colpisce di più la gente e anche il Tribunale (ne abbiamo avuto prova a Pescara) è il tema del Pronto Soccorso e il PO dice chiaramente che il PS chiuderà.

Caro Sindaco, lo sai che se sulla stampa scrivi e dichiari che il PS non chiuderà offri un’arma al mio avversario? Lo sai che il mio avversario (che per difendersi produce persino articoli di stampa) mi dirà che è tutto a posto e che il PS non chiude perché “è scritto sul giornale”?

Oppure quando parli di PS ti riferisci a qualcosa che vuoi (e volete) chiamare PS ma PS non è?

E qui apro un capitolo che definisco ridicolo se non fosse drammatico.

Lo scorso 4.10 mi sono recato alla ASL e sul tavolo del Direttore Generale che gentilmente mi ha ricevuto ho visto (e Zavattaro me lo ha confermato) una comunicazione dei MMG relativa ad un progetto (quello che la Baraldi era venuta ad applaudire a Guardiagrele).

Il pomeriggio del 4.10 ho chiesto alla Direzione Generale di averne una copia. La richiesta di accesso è stata rinnovata per ben 4 volte e solo lo scorso 10.11 la Direzione i ha risposto dicendo che niente bolle in pentola (Zavattaro afferma che allo stato nessuna atto aziendale è stato assunto in relazione al progetto dei MMG di Guardiagrele e/o degli NCP o in relazione a qualsiasi altro aspetto conseguente delle delibere commissariali di rimodulazione del Presidio di Guardiagrele e si aggiunge che la proposta è stata rigettata anche alla luce delle risultanze di un convegno tenutosi a Sulmona lo scorso 30.10).

Caro Direttore non ti credo.

Ti ho chiesto di avere il progetto e non di sapere se è stato approvato. Ma il progetto non me lo hai dato! Ti ho chiesto di leggere cosa c’è scritto e cosa gli NCP di Guardiagrele vorrebbero fare dentro l’ospedale, ma non me lo hai consentito. Mi dici che non è stato adottato nessun atto, ma qualche giorno fa, accompagnato anche dal dott. Floriano Iezzi (assessore al comune e medico di base), hai visitato l’ospedale e il Distretto per vedere come ficcare tutto dentro l’ospedale che ti accingi a svuotare per eseguire gli ordini di Chiodi.

Ma io capisco perché non me lo hai voluto mostrare! Perché se avessi letto (se avessimo letto) quello che c’è scritto avremmo dovuto gridare allo scandalo.

E allora gridiamo allo scandalo!

Il progetto dei MMG prevede uno smantellamento di fatto del PS. Prevede che il PS che loro vogliono fare accetterà solo i codici bianchi e verdi (cioè quelli già dovrebbero essere curati che negli ambulatori dei MMG). Mette in pericolo la salute dei cittadini e mette in pericolo anche la sicurezza dei MMG caricati di responsabilità che non gli competono.

Se Sandro Salvi e Floriano Iezzi intendono difendere questo progetto sappiano che non ci stiamo. Se ricorrendo al TAR pagheranno la sospensione del PO con questa proposta che è semplicemente irricevibile, noi lo segnaleremo pubblicamente.

Questo progetto non disegna un ospedale, ma una struttura che non dà garanzie.

Pubblicamente diffidiamo la ASL, il sindaco e l’assessore (che spero non vorrà mettere la sua firma su questo documento) dal dare seguito ad una iniziativa di questo tipo.

Salvi ha ricevuto un mandato preciso che non è questo e, soprattutto, quello che fa ce lo venga a raccontare perché questo si è impegnato a fare.

Ci metta a disposizione le informazioni che ha e i documenti che ha e non sia complice della commedia che vede negare l’accesso ad atti che, poi, circolano e di cui fortunatamente veniamo in possesso.

A questo proposito, permettete di aprire una parentesi e di esprimere la solidarietà alla dott.ssa Verì, presidente della commissione V regionale. Ci dice che non possiede materialmente il piano sui tagli e i declassamenti che in Abruzzo interessano 217 reparti ospedalieri (Il Centro del 12.11).

Eccolo il Piano, altro che “toto reparti”, dott.ssa Verì. Lo sa cosa c’è scritto? Che 217 Unità Operative Complesse (i Reparti con i Primari, per intenderci) chiuderanno entro fine 2012. E c’è scritto pure che, ad esempio, nella ASL di Chieti (provinciale) saranno solo tre le Unità di Pronto Soccorso (evidentemente Chieti, Lanciano e Vasto).

Si conferma che Guardiagrele non avrà più il Pronto soccorso (con la dotazione di medici e di operatori sanitari come è oggi) e c’è anche scritto che la stessa sorte sarà per gli ospedali di Ortona e Atessa (CAsoli e Gissi l’hanno già subita). Sindaco, ma di che Pronto Soccorso parli?

Eppure dovevi già saperlo perché questo destino era tracciato per Guardiagrele da tempo, ormai.

Era scritto nel PO (e noi lo abbiamo detto e ridetto) ma anche in altre carte. Se non le hai, eccole!

Conosci (conoscete) l’accordo sindacale per la mobilità del personale di Gissi e Casoli? Se non lo conoscete ve lo mostro! Qui c’è scritto che il PS non esiste più in quegli ospedali. C’è scritto che non c’è un primario, che in tutto il PTA c’è un solo coordinatore?
Conosci (conoscete) le delibere con le quali i servizi dei vecchi ospedali di Casoli e Gissi vengono annessi al Distretto? Ti (vi) rendi (rendete) conto che questo significa che l’ospedale non c’è più e che anche il nostro ospedale non ci sarà più?

E dico anche questo. Il personale operativo e infermieristico forse è stato tratto in errore. In alcuni casi credo sia stata carpita la buona fede e, se la cosa dovesse essere confermata, sarebbe un fatto grave che alcuni dipendenti siano stati indotti addirittura a sottoscrivere richieste di mobilità volontaria senza sapere cosa stessero facendo. Ma su questo punto vado con estrema cautela perché la cosa non mi risulta confermata.

Questi dovrebbero essere gli argomenti sui quali porre la massima attenzione. Si pensa a 217 primari che perdono la possibilità di raggiungere o conservare posizioni organizzative e non si pensa (parliamo per noi) a 40mila cittadini che perdono il diritto alla salute!

Si dice addirittura che non si è contrari alle riconversioni e non si sottolineano, ad esempio, le mille contraddizioni che vengono fuori quotidianamente.

Ci si è scandalizzati quando Zavattaro ha detto che non si sarebbe fatto mai curare in un ospedale della sua ASL: prime pagine sui giornali, convocazioni in commissioni per quella che era sicuramente una battuta, infelice magari, ma pur sempre ed evidentemente una battuta.

Nessuno ha gridato allo scandalo (e questo è un vero scandalo) quando:
- ha detto che il PO non fa risparmiare un centesimo (14.9 in consiglio comunale e Guardiagrele e 8.10 nel convegno della CGIL);
- ha detto che nel PO sicuramente ci sono errori.

Nessuno ha detto (o, comunque, alla cosa non è stata data la necessaria evidenza) che quella che bisogna risparmiare è una favola perché:
- lo dice la stessa Regione nel suo DPEF;
- lo dice il tavolo tecnico di Roma nel verbale del 17.3.2010 (che nessuno cita, neanche la ASL e la Regione nelle loro difese in Tribunale);
- lo dice il fatto che il debito residuo può essere coperto con altri fondi che la Regione ha già chiesto.

Nessuno dice che è falso che il PO si è reso necessario per dare attuazione al Patto per la Salute e che, applicando il criterio utilizzato in Lazio e Molise avremmo avuto diritto a più posti letto:
- i pl x 1000 previsti dal Patto sono 3,5;
- il PO, invece, ne prevede appena 2,9 (perché?);
- già il Piano Sanitario del centro sinistra prevedeva 3,5 pl x 1000 per gli acuti (tale previsione si poteva lasciare invariata);
- il PO, invece, ha tagliato ben 886 pl in più;
applicando il criterio fissato dal Patto e considerato che la popolazione è aumentata, avrebbe dovuto aggiungerne 135.

Il tema della chiusura/disattivazione interessa tutta l’Italia:
- almeno 70 piccoli ospedali (1000 comuni e circa 3 mln di abitanti) sono interessati da provvedimenti simili a quelli della nostra regione;
- in ogni realtà si lamentano le stesse violazioni di legge e irregolarità che noi abbiamo segnalato e denunciato;
- c’è un magma normativo nel quale è difficile muoversi (norme che si rinnovano e sovrappongono lasciando margini di manovra troppo ampi).

Questo ci ha indotto a fondare il Comitato Nazionale “articolo 32” per la tutela della salute e dei piccoli ospedali (www.articolo32.it) che ha già ricevuto contatti da altre regioni (Lazio e Calabria in particolare) per una mobilitazione generale.

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