sabato 6 novembre 2010

Ma chi pensa ai partigiani?


Una città vilipesa. Questa è la sensazione che ho avuto di fronte alla pseudo celebrazione dello scorso 4 novembre quando l'amministrazione comunale ha cercato maldestramente di ripetere il cerimoniale che la precedente giunta aveva istituito collegando con un singolare filo della memoria vari luoghi simbolo della città.

E così, dopo cinque anni, il sindaco Salvi e il suo vice hanno presenziato alle celebrazioni del 4 novembre dopo che per anni avevano sottolineato con l'assenza l'omaggio ai morti del 1799, ai caduti delle due guerre mondiali, agli alpini caduti per la patria, alla Brigata Maiella e al maresciallo Camillo Neviani, omaggio che la nostra giunta di centrosinistra non aveva mai mancato di tributare.

Un manifesto anonimo annunciava la manifestazione che doveva concludersi alla Villa Comunale presso il monumento alla Brigata Maiella e dinanzi al cippo eretto alla memoria di Neviani.

Ma alle ultime due tappe il sindaco è arrivato a mani vuote: non una corona, non un fiore e, per di più, aiuole per niente pulite e parole di circostanza completamente fuori dal contesto della festa che si voleva celebrare: un oltraggio alla memoria della città e alla solennità civile del 4 novembre perfettamente coerente con la latitanza che anche in occasione della inaugurazione dei monumenti non era mancata.

Mi chiedo se sia possibile amministrare una città che a sei mesi dall'inizio dell'era Salvi vive un declino civile mai prima registrato, senza conoscerne la storia e, soprattutto, senza sentire l'urgenza di una commemorazione seria, ragionata, curata nei particolari: questo è il terreno dei valori comuni e se non si coltivano adeguatamente questi è difficile pensare al resto che, per come la penso, viene dopo, molto dopo.

Per porre rimedio a questa grave mancanza il gruppo consiliare "Guardiagrele il bene in comune" ieri ha deposto due corone di alloro davanti ai due monumenti dimenticati cercando di riparare la mancanza dell'amministrazione.

Avremmo dovuto lasciarli spogli, ma abbiamo preferito sottolineare con i simboli il degrado civile che la città vive, praticamente spogliata anche dei suoi valori di riferimento e consegnata ad una amministrazione priva di sensibilità, analfabeta della storia patria e del comune sentire del popolo che amministra.

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