giovedì 30 dicembre 2010

Confusione all'ospedale

La notizia di stamattina del blocco del servizio di chirurgia ambulatoriale ha destato preoccupazione e, nonostante la probabile smentita (o, meglio, il probabile passo indietro della Direzione Generale della ASL), resta un clima di confusione che conferma la necessità che si vigili con la massima attenzione su quella che potrebbe essere una disattivazione di fatto dell'ospedale.

Quel che ci preoccupa è che l'ospedale, anche se tenuto in vita grazie alla terapia giudiziaria, sia, d'altra parte, sottoposto ad una lenta ma inesorabile eutanasia a causa di spostamenti di personale, mancata sostituzione di figure essenziali (come nel caso delal radiologia), annullamento di servizi, blocco di prenotazioni.

E' grave che il Direttore Generale non conosca un provvedimento che elimina uno dei servizi più importanti dell'ospedale, servizio che doveva essere addirittura potenziato secondo le previsioni dello stesso Piano Operativo.

Tra l'altro a noi risulta che questo documento sia stato firmato dopo la pronuncia del Consiglio di Stato e se ciò fosse vero ci troveremmo di fronte ad un fatto gravissimo.

Stiamo assistendo ad uno spettacolo preoccupante che ci ha imposto una decisione che avevamo rinviato fino ad oggi e che, invece, alla luce dei fatti si rivela ancor più urgente.

Domani presenteremo, infatti, un esposto alla Procura della Repubblica, per il tramite della stazione dei Carabinieri di Guardiagrele, nel quale chiediamo semplicemente di vigilare su quel che accade nel nostro ospedale visto che, nonostante una formale diffida inoltrata lo scorso 15 dicembre, la funzionalità del SS. Immacolata viene messa e potrebbe essere ancora messa a rischio e ciò nonostante l'ospedale debba continuare a svolgere il suo essenziale servizio.

Anche se il servizio di chirurgia ambulatoriale fosse ancora attivo (e su questo ci aspettiamo un formale provvedimento della Direzione Aziendale che assegni medici e spazi al servizio che ha sempre garantito la sua piena operatività e professionalità), restano altri problemi dei quali chi ha autorità deve necessariamente farsi carico.

Il fatto che la disposizione, che sembra adottata addirittura all'insaputa della Direzione Generale, sia stata smentita, infatti, non ci conforta perchè, anzi, conferma lo stato di abbandono in cui versa la nostra sanità dove, tra l'altro, non solo il diritto alla salute, ma anche quello al lavoro pare messo in discussione come abbiamo messo in evidenza in una relazione trasmessa alla stampa.


Questo il testo dell'esposto

Al Sig. Procuratore della Repubblica di Chieti
per il tramite della Stazione dei Carabinieri di GUARDIAGRELE

p.c. a S. E. Il Prefetto CHIETI

Guardiagrele, 30 dicembre 2010

Oggetto: ospedale <> di Guardiagrele - esposto

I sottoscritti Gianna Di Crescenzo, Carla Altorio, Simone Dal Pozzo, Angelo Orlando e Gianluca Primavera, tutti residenti in Guardiagrele, con riferimento alla situazione del presidio Ospedaliero „SS. Immacolata“ di Guardiagrele, espongono quanto segue.

Con Delibere nn. 44/2010 e 45/2010 del Commissario ad acta per il rientro dai disavanzi sanitari della Regione Abruzzo, nell’ambito del c.d. “Piano Operativo 2010” era disposta la disattivazione dell’ospedale “SS.Immacolata” di Guardiagrele entro il 31.12.2010.

A seguito di azione giudiziaria, il Consiglio di Stato, con decreto cautelare urgente n. 5679/2010 del 13.12.2010 sospendeva l’efficacia del Piano Operativo relativamente alla disattivazione dell’ospedale, rinviando per la discussione dell’appello cautelare all’udienza del 14.1.2011.

Con nota del 15.12.2010, i sottoscritti diffidavano il Commissario ad acta, il sub Commissario, il Direttore Generale della ASL di Chieti dall’adottare deliberazioni e/o atti che, sia pure di fatto, avessero comportato la disattivazione dell’ospedale e, quindi, invitavano a voler sospendere ogni atto che comporti trasferimenti di personale, mobilità di dipendenti, traslochi di uffici, spostamento di mobili, arredi, attrezzature e ogni altra azione che, direttamente o indirettamente, prosegua o intraprenda la realizzazione, sia pure de facto, della disattivazione dell’ospedale, rammentando che il provvedimento giudiziario comporta la cessazione di tutte le procedure relative alla disattivazione dell’ospedale.

Da notizie apparse sulla stampa, sembra che sia stata disposta non la sospensione ma la cessazione dei servizi di chirurgia non solo in regime di day surgery ma anche ambulatoriale, servizi che, fino ad oggi, hanno garantito una efficace e, soprattutto, tempestiva risposta alla richiesta di assistenza proveniente dal territorio che fa capo all’ospedale.

Un eventuale provvedimento che dispone la cessazione di un servizio essenziale come la chirurgia ambulatoriale – servizio che, tra l’altro, lo stesso Piano Operativo dovrebbe comunque continuare a garantire – costituirebbe una grave lesione del diritto alla salute dei cittadini, delle norme che garantiscono l’erogazione dei pubblici servizi oltre che una violazione del provvedimento giudiziario che congela, almeno fino al prossimo 14 gennaio, la situazione dell’intero ospedale “SS. Immacolata” di Guardiagrele.

Sembrerebbe anche che tale provvedimento sia stato smentito dalla Direzione Generale della ASL, ma questo conferma solo un clima di confusione con conseguente violazione di quanto disposto dal provvedimento giudiziario sopra richiamato che, come detto, nel momento in cui sospende l’efficacia delle delibere commissariali che chiudono l’ospedale, impediscono l’adozione di provvedimenti che non abbiano una natura esclusivamente organizzativa.

Lo stesso discorso si pone per eventuali ulteriori atti adottati che vadano nella direzione di una lenta ma inesorabile (sia pure, magari, non scritta) chiusura del Presidio Ospedaliero di Guardiagrele.

Tanto si doveva alla S. V. Ill.ma perché, in un momento così delicato per la sanità del nostro territorio, si accerti se siano state compiute violazioni e si vigili affinché il diritto dei cittadini venga tutelato e garantito assicurando la piena funzionalità di una struttura ospedaliera essenziale.

Si allegano i seguenti documenti:
1) copia del decreto del Consiglio di Stato n. 5679/2010;
2) copia diffida in data 15.12.2010.

Con ossequio.

Gianna Di Crescenzo Carla Altorio Simone Dal Pozzo Angelo Orlando Gianluca Primavera

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