sabato 11 dicembre 2010

Tutto è compiuto?

Pare che il provvedimento che sospende i ricoveri sia già sul tavolo della Direzione Sanitaria e dei primari dell’Ospedale “SS. Immacolata” di Guardiagrele.

Così da mercoledì prossimo, come annunciato dalla Direzione Generale e mai smentito, nonostante le rassicurazioni a mezzo manifesti del Sindaco, non vi saranno più ricoveri a Guardiagrele e saranno smantellati reparti per acuti e lungodegenza.

Pare che sia stato anche deciso il ridimensionamento della radiologia, anche a causa del pensionamento del primario e di un medico e la sostituzione del laboratorio analisi con un punto prelievi senza nessuna assistenza di tecnici e specialisti.

Il momento è grave; siamo ad una svolta per la storia della città che consegna un quadro di gravi responsabilità dalle quali non è certamente immune l’attuale amministrazione.

Accreditatisi come i salvatori dell’ospedale, Salvi e i suoi amici hanno mantenuto il sacco di chi stava scippando Guardiagrele e i suoi cittadini del bene più importante: il diritto alla salute.

Le dichiarazioni tv del 7 dicembre è stata la comica finale: Salvi che disperatamente parlava di un ricorso fatto per forza e Zavattaro e Budassi che, con le loro dichiarazioni, smontavano in diretta televisiva l’impianto della richiesta di bloccare le delibere di Chiodi.

Salvi che diceva di sperare nella sospensione del Piano Operativo perché mette in crisi il pronto soccorso e i reparti per acuti e, subito dopo, Zavattaro e Budassi, dichiarando che tutto resta come prima, sconfessavano a parole ciò che è scritto negli atti.

La drammatica verità è che è stato silente di fronte a questo disegno. Dai tavoli di trattative di cui ha parlato – salvo poi denunciare nel ricorso di non essere stato consultato – cosa ha portato a casa? Cosa mai potrà sostituire un ospedale? Come si può accettare il principio della disattivazione di una struttura che ha continuato a garantire assistenza a tutto il bacino pedemontano?

E Guardiagrele sarebbe una delle 100 città per la sicurezza? La sicurezza per chi? - viene da chiedersi.

Come può il sindaco colpito da un così grave provvedimento dichiarare che gli basta qualcosa in più di un PTA?”.

Il gruppo consiliare “Guardiagrele il bene in comune”, da parte sua, ha mantenuto la parola data alla cittadinanza e proprio questa mattina ha notificato l’appello al Consiglio di Stato contro l’ordinanza cautelare del TAR de L’Aquila che aveva respinto la sospensiva richiesta nel ricorso bis presentato con il Tribunale del Malato.

“Nell’atto abbiamo messo in evidenza come l’assunto al quale il TAR ha prestato fede secondo il quale il Pronto Soccorso resterà funzionante nelle 24 ore con le modalità «ordinarie e preesistenti» è smentito dalle stesse difese dell’Amministrazione e dai documenti che abbiamo prodotto. L’ordinanza, in ogni caso, non ha tenuto in nessun conto la grave lesione al diritto all’assistenza sanitaria rappresentato dalla disattivazione dei posti letto per acuti.

Abbiamo chiesto che il Presidente della sezione assegnataria pronunci, stante l’assoluta urgenza che non consente neanche di attendere l’udienza di discussione, un provvedimento interinale di sospensione e confidiamo che, sulla base delle argomentazioni portate e dei documenti, ci possa ancora essere un blocco.

Nel frattempo, facendo riferimento proprio all’ordinanza del TAR, abbiamo nuovamente diffidato Regione, Commissario, ASL e Sindaco dall’adottare o avallare atti e provvedimenti che, «riducendo personale, spostando Unità Operative, disattivando Reparti per acuti (con conseguente modificazione anche del regime delle consulenze per il Pronto Soccorso), comportino una modificazione del regime di operatività – rispetto a quello attuale del quale è stata garantita la continuità – del Pronto Soccorso e, di conseguenza, dell’intero Ospedale “SS. Immacolata” di Guardiagrele»”.

Sabato mattina, intanto, il sindaco ha convocato i sindaci del territorio.

Sarà, probabilmente, l’ultimo atto di questa farsa, la celebrazione delle esequie di un cadavere che ha lentamente accompagnato al cimitero.

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